Parlerà ad un processo di camorra che si terrà lunedì prossimo 7 maggio al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Augusto La Torre, ex boss della camorra casertana e collaboratore di giustizia indagato per estorsione aggravata dal metodo mafioso nell'ambito dell'indagine della Dda di Napoli che venerdì scorso ha portato in carcere il figlio Tiberio e il fratello Antonio.
I due sono accusati di aver iniziato a riorganizzare le fila della cosca, acquisendo armi, nell'eventualità che Augusto la Torre, in carcere dal 1996, fosse scarcerato; un'eventualità che sembrava potesse realizzarsi di qui a qualche anno, in quanto La Torre, pur avendo confessato una cinquantina di omicidi, non ha mai avuto una condanna all'ergastolo essendo collaboratore di giustizia.
Una collaborazione, la sua, definita «riduttiva» dai giudici, ma che comunque ha fatto sperare al «boss psicologo» - si è laureato in carcere in psicologia nel 2011 - di poter ottenere almeno i domiciliari visto anche che c'è un contenzioso sul cumulo di pene definitive che lo riguardano. La nuova indagine della Dda sembrerebbe allontanare però questa eventualità. C'è attesa dunque per le dichiarazioni che La Torre renderà al processo del 7 maggio, in cui compare tra gli imputati anche il capoclan dei Casalesi Francesco «Sandokan» Schiavone; La Torre, che sarà sentito come teste, vestirà i panni del collaboratore.
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