Regina Coeli sarà presto smantellato e i 1.200 detenuti del carcere mandamentale romano saranno trasferiti nel nuovo penitenziario di Rebibbia, sulla via Tiburtina.
Il 1971 si apre con questa facile promessa (del resto Regina Coeli è fatiscente mentre Rebibbia è una delle carceri più moderne d’Europa), ma si apre anche con una strage di Novi Ligure ormai dimenticata. Cinque morti durante una traduzione: tre Carabinieri e due detenuti si uccidono sparandosi nel vagone ferroviario che stava trasportando i detenuti da un carcere all’altro scortati dai militari dell’Arma. Le indagini hanno stabilito che il trattamento umano riservato ai detenuti dai Carabinieri di scorta sul tragico cellulare, ha avuto il suo peso nel tentativo d'evasione: i militari hanno lasciato le porte degli scompartimenti aperti per lasciar modo ai prigionieri di passeggiare senza manette.
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I mesi proseguono con le ormai solite rivolte: Cosenza, Torino, Catania, La Spezia, Pisa.
Del resto, la riforma penitenziaria è pronta. Il Senato ha approvato a marzo il nuovo ordinamento carcerario trasmettendolo alla Camera per la decisione definitiva. La commissione Giustizia comincerà a discuterlo verso i primi di giugno, dopo aver concluso l'indagine conoscitiva sugli istituti di prevenzione e di pena, che essa stessa ha promosso. La parte dell'inchiesta che riguarda gli istituti di rieducazione per i minorenni è terminata ed il Comitato di indagine, presieduto dallo stesso presidente della Commissione, il repubblicano Pietro Bucalossi, si recherà ora a visitare i luoghi di pena destinati agli adulti per poter disporre di tutti gli elementi di giudizio.
Saranno visitate carceri considerate tra le migliori e tra le peggiori d'Italia; è probabile che alcuni membri del Comitato, di cui fanno parte rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, si rechino anche all'estero per rendersi conto di come certi problemi carcerari siano stati risolti.
Anche la commissione Giustizia del Senato, prima di varare la riforma approvata poi dall'Assemblea, ha già interrogato numerosi esperti in materia per definire i punti fondamentali di una efficace riforma penitenziaria (praticamente, gli Stati Generali dell’esecuzione penale inaugurati dal Ministro Andrea Orlando, quasi 50 anni dopo).
Un “giovane” Giovanni Conso scrive: “Tuttavia, ancora parecchio resta da fare. Tra l'altro, ci vorrebbe un po' più di coraggio nel conferimento di precise responsabilità ai detenuti nei vari momenti nella vita carceraria. Inoltre bisognerebbe preoccuparsi maggiormente dei presupposti di ordine logistico e organizzativo: senza un massiccio ammodernamento dell'edilizia penitenziaria, senza un congruo aumento degli organici del personale direttivo e degli Agenti di Custodia (per una popolazione carceraria di 30.000 persone circa sono impiegati soltanto 8.000 Agenti di Custodia), senza una loro più razionale utilizzazione, senza la predisposizione di un servizio criminologico efficiente, senza un'adeguata preparazione degli assistenti sociali e degli educatori destinati ad operare a fianco dei detenuti, senza una organica assistenza post carceraria, molte disposizioni del progetto, pur nobilissime nei loro intenti correrebbero il rischio di restare belle parole, e nulla più”.
Alle ore 24 del 21 marzo, entrerà in funzione l’anagrafe penitenziaria attraverso la compilazione dei “Moduli CESAP”: è la nascita del centro elettronico dell’amministrazione penitenziaria, a Roma in Via Giulia 131. Sarà operativo e a disposizione dell’autorità giudiziaria a partire dal 1° gennaio 1972. L’anagrafe è la risposta ad una sentenza della Corte Costituzionale che il 23 febbraio 1970 aveva stabilito l’incostituzionalità delle procedure di irreperibilità, quando l’imputato sia detenuto e lo stato di detenzione non risulti agli atti del procedimento.
“A motivo della ben nota carenza di personale” il servizio di sorveglianza delle detenute ed internate è assolto dalle “lavoratrici autonome”. Con il D.P.R. 31 marzo 1971, l’amministrazione penitenziaria è autorizzata ad assumere temporaneamente (per non più di 90 giorni) personale femminile che da ora in poi saranno chiamate “vigilatrici penitenziarie”.
Il 5 maggio muoiono in un agguato mafioso a Palermo, il Procuratore Capo Pietro Scaglione e la sua guardia del corpo e autista, l’Agente di Custodia Antonio Lorusso.
Pietro Scaglione era stato appena nominato procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'appello dì Lecce, incarico che avrebbe assunto a fine mese. La mafia lo ha colpito a Palermo quando ormai era in partenza, quando ormai non avrebbe più potuto portare avanti le sue indagini su Salvo Lima, Vito Ciancimino ed altri politici locali e nazionali.
Dal primo ottobre entrano in vigore gli aumenti per i militari: la paga giornaliera degli allievi dei Corpi armati dello Stato, carabinieri, finanzieri, guardie di p.s., agenti di custodia e guardie forestali, è stata fissata in lire 750 al giorno.
Si tenta di dare uniformità anche agli arredamenti interni degli ambienti detentivi, fino ad allora curati in maniera “molto difforme” dai dirigenti dei singoli istituti. La Direzione generale per gli istituti di prevenzione e pena dispone anche che ai detenuti venga somministrata acqua calda per un bagno settimanale per ciascun detenuto, al posto dei 2 al mese previsti fino ad allora. Alle imprese di mantenimento verranno corrisposte Lire 100 per ciascun bagno (o doccia) in più. Vengono anche acquistati “letti monoposto con caratteristiche strutturali idonee a poterli sovrapporre per ottenere, occorrendo, dei letti a castello biposto”.
Dal 1° dicembre, tutti i militari, compresi gli appartenenti al Corpo degli Agenti di Custodia, possono contrarre matrimonio senza il preventivo assenso del Presidente della Repubblica e l’autorizzazione del Ministero o delle rispettive Autorità. Resta però il limite di età di 25 anni per brigadieri, vice brigadieri, militari di truppa e assimilati.
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