Atto Camera
Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01728
presentato da
VARCHI Maria Carolina
testo di
Mercoledì 20 marzo 2019, seduta n. 145
VARCHI, ROTELLI, PRISCO e MASCHIO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il Corpo di Polizia Penitenziaria denuncia da tempo le criticità in capo agli istituti di pena del Paese, nonché le lacune del sistema di esecuzione penale nel suo complesso con particolare riferimento a carenze strutturali, organico insufficiente, turni usuranti, equipaggiamento obsoleto, strumentazioni in dotazione del tutto inadeguate e non al passo con l'attuale livello di sviluppo tecnologico;
i ripetuti episodi di violenza che si registrano nei penitenziari italiani, nonché le ripetute aggressioni di cui lo stesso personale di Polizia Penitenziaria è vittima, compromettono l'incolumità di agenti e detenuti, con ripercussioni pesantissime su ordine pubblico e sicurezza;
gli interventi posti in essere dai precedenti Governi sono stati del tutto inadeguati, come testimoniato dai dati diffusi dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria – ufficio del capo del dipartimento – che testimoniano come nelle carceri italiane continui a registrarsi un eccesso di diecimila detenuti rispetto alla capienza regolamentare;
molte criticità nascono dal cosiddetto progetto di «vigilanza dinamica» che prevede la libera circolazione dei detenuti nelle sezioni e negli spazi detentivi a disposizione, con l'apertura delle celle oltre le otto ore al giorno fino a un massimo di quattordici, con gli agenti che non effettuano più un controllo costante nel reparto di competenza, ma presidiano zone prestabilite di passaggio dei detenuti in condizioni di sicurezza certamente più critiche;
la Polizia Penitenziaria, oltre ad assolvere i compiti di vigilanza ed osservazione dei detenuti e di traduzione e piantonamento di detenuti ed internati, svolge due ulteriori attività fondamentali per la sicurezza del nostro Paese: il monitoraggio del fenomeno del radicalismo islamico (i detenuti islamici in Italia sono quasi diecimila) e l'esecuzione di indagini in materia di contrasto e lotta alla criminalità organizzata;
è urgente una riforma complessiva dell'ordinamento penitenziario per assicurare condizioni umane e professionali adeguate e opportune misure di controllo, prevenzione e repressione, con lo stanziamento di maggiori risorse finanziarie per l'intero sistema carcerario –:
quali iniziative intenda adottare al fine di garantire la sicurezza del personale di Polizia Penitenziaria, se del caso dotando gli agenti di idonei dispositivi antiaggressione (taser), e per sopperire alle carenze di organico nel Corpo di Polizia Penitenziaria.
(5-01728)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 marzo 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-01728
Le varie criticità del circuito penitenziario sono all'attenzione costante e quotidiana del Ministero della giustizia che, tra i suoi obiettivi prioritari, persegue senz'altro quello dell'innalzamento degli standard di sicurezza delle carceri.
Tale obiettivo può essere raggiunto innanzitutto potenziando la dotazione organica del personale penitenziario.
È preciso intendimento di questo Dicastero percorrere un'incisiva politica di risanamento del diffuso tasso di scopertura degli organici del corpo di Polizia Penitenziaria.
In questa direzione assume particolare rilievo la legge di bilancio per il 2019 (legge 30 dicembre 2018, n. 145) con la quale, proprio al fine di incrementare l'efficienza degli istituti penitenziari, anche tenuto conto delle indifferibili necessità di prevenzione e contrasto della diffusione dell'ideologia di matrice terroristica in ambito carcerario, è stata pianificata l'assunzione di n. 1.300 unità di Polizia Penitenziaria nell'anno 2019 e di n. 577 unità nel periodo 2020/2023, con uno stanziamento di maggiori risorse pari a 71,5 milioni di euro per il triennio 2019/2021.
Vanno altresì debitamente ricordati gli imminenti correttivi che verranno apportati nell'immediato futuro per effetto dell'immissione in ruolo di n. 976 allievi vice-ispettori, che nel corrente mese di marzo stanno ultimando il corso di formazione, e degli ulteriori incrementi che avranno luogo grazie al concorso interno a complessivi n. 2.851 posti di vice sovrintendente ed all'esito del corso di formazione che consentirà l'immissione nel ruolo di agenti/assistenti di ulteriori n. 1.474 unità, entrambi in atto.
Particolarmente incisiva si è rivelata anche la politica dei trasferimenti dei detenuti resisi responsabili di aggressione al personale in servizio, a cui ha fatto da stimolo, di recente, una lettera circolare adottata dal D.A.P. lo scorso 9 ottobre.
Al 7 marzo 2019, infatti, il numero di trasferimenti per ragioni di sicurezza è sensibilmente aumentato rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente (ottobre 2017-marzo 2018), lievitando da 1.143 a 1.550.
Con riferimento, infine, alla dotazione strumentale, occorre ricordare che la sicurezza negli istituti penitenziari è già garantita, tra l'altro, attraverso gli impianti di videosorveglianza e, allorquando necessario, mediante l'impiego di unità cinefile, mentre ci si riserva di valutare possibili proiezioni future dell'impiego della pistola cd. taser anche in ambito carcerario, in esito ad una mirata analisi dei dati di esperienza che verranno restituiti dall'uso tuttora sperimentale di tale dispositivo da parte di altre forze di polizia.