Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-00891
presentato da
FIORINI Benedetta
testo di
Mercoledì 1 agosto 2018, seduta n. 36
FIORINI, BIGNAMI e VIETINA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
con il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), l'intera struttura penitenziaria di Reggio Emilia è stata trasformata in casa circondariale – casa di reclusione e riorganizzata proprio per l'aumento delle molteplici difficoltà operative in cui è chiamato a operare il Reparto di Polizia Penitenziaria di Reggio Emilia;
le sezioni e le tipologie di detenuti gestiti nell'istituto penale di Reggio Emilia sono: una sezione accoglienza per detenuti nuovi giunti; quattro sezioni per detenuti comuni e media sicurezza fino a quattro 4 anni di custodia cautelare; una sezione con una diramazione interna di 3 sottosezioni per la gestione di detenuti comuni pericolosi, ex articolo 32 della legge n. 354 del 1975, recante l'ordinamento penitenziario, detenuti sottoposti a grande sorveglianza per il rischio suicidano e una per l'esecuzione dei provvedimenti disciplinari dell'esclusione dalle attività in comune; due sezioni dell'articolazione igiene e salute mentale; una sezione reclusione per condanna definitiva da 4 anni a salire, fino all'ergastolo; una sezione AS3 di detenuti partecipanti al cosiddetto processo Aemilia (12 imputati di ’ndrangheta sui quali gli agenti sorvegliano anche durante le udienze); una sezione AS3 femminile «Z»; una sezione per trans; una sezione per detenuti dimittenti; una sezione per detenuti semiliberi e lavoranti all'esterno; infine, dagli spazi dell'ex ospedale psichiatrico giudiziario sono state ricavate due sezioni dell'articolazione igiene e salute mentale, che raccoglie soggetti con problematiche;
il reparto di Reggio Emilia lamenta una carenza di risorse umane, meccaniche e tecnologiche per il supporto necessario a garantire maggiore sicurezza nella gestione di eventi pericolosi e per contrastare atti di aggressioni a cui si espone l'incolumità fisica e professionale di ogni singola unità di personale;
in merito, le cronache riportano alla mente due recenti e gravi episodi di aggressione che hanno messo a dura prova gli agenti: un tunisino che inneggiando all'Isis ha appiccato del fuoco nella cella; l'aggressione di un comandante da parte di un detenuto marocchino a rischio islamizzazione;
ad oggi, nella casa circondariale scontano la pena 370 detenuti – di cui il 68 per cento stranieri – e operano circa 170 agenti, invece dei 240 previsti. Si stima una mancanza di 80 agenti necessari per fronteggiare adeguatamente le azioni di controllo e repressione necessari nella struttura, se non a costo di 12 ore di lavoro quotidiano e riposi saltati. Si evidenzia, inoltre, che il 10 settembre 2018 ulteriori 7 unità saranno inviate nelle scuole di formazione e aggiornamento per partecipare al corso allievi per vice ispettori;
la situazione del carcere di Reggio Emilia non è un caso isolato in regione. Solo per fare un esempio, il 28 luglio 2018, nel carcere di Rimini, durante la messa, è scoppiata una rissa tra due gruppi contrapposti di albanesi e marocchini. Solo grazie all'intervento della Polizia Penitenziaria è stata sedata ma due ispettori sono finiti in ospedale;
dal 2016 al 2017, per i dati del sindacato Sappe, le aggressioni e colluttazioni sono aumentate notevolmente, passando da circa 8.500 a oltre 9.500;
il 6 luglio 2018, il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo ha toccato con mano la situazione in cui opera la Polizia Penitenziaria durante una visita al carcere di Reggio Emilia –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra esposto;
quali iniziative abbia assunto e intenda assumere per garantire adeguati standard di sicurezza nelle strutture afferenti alla gestione del Ministero della giustizia;
quali iniziative si intendano mettere in campo per prevenire aggressioni a danno del personale carcerario, e se, anche alla luce di quanto illustrato, non ritenga di adeguare, nel più breve tempo possibile, gli organici della Polizia Penitenziaria del carcere di Reggio Emilia alle reali necessità dell'istituto;
se si intenda dotare il Corpo della Polizia Penitenziaria di nuovi strumenti, tra cui, monitor di videosorveglianza, spray urticanti, unità cinofile e, in particolare, Taser.
(4-00891)