Iniziata la sperimentazione del Taser per le Forze dell'ordine e anche la Polizia Penitenziaria spera ardentemente di averne in dotazione. "Ci stiamo pensando seriamente - spiega Jacopo Morrone, leghista, sottosegretario alla Giustizia - perché pensiamo che potrebbero essere molto utili per tenere l'ordine nelle carceri".
L'effetto dissuasivo Da qui parte il ragionamento di Morrone, che ha la delega sulla Polizia Penitenziaria: "All'interno delle sezioni carcerarie, gli agenti devono circolare disarmati. E una precauzione necessaria, guai se venissero sopraffatti e i detenuti si impossessassero di armi".
Vale per la pistola tradizionale, varrà anche per quella elettrica. "Si può pensare, però, che qualche "taser" sia nell'armeria dell'istituto penitenziario. Il personale addestrato vi potrebbe ricorrere per sedare i subbugli che si verificano di continuo. Meglio che usare i manganelli, no? Si è già visto quanto sia forte l'effetto dissuasivo dello schiocco".
Morrone pensa anche a un'altra innovazione: affidare alla Polizia Penitenziaria lo strumento delle intercettazioni (che sempre vanno autorizzate dalla magistratura) "in quanto non ha senso ricorrere a forze di polizia esterne, con il pericolo di far capire a tutti i detenuti di che cosa sta capitando".
La Stampa