Avvisi giudiziari agli agenti di custodia. Secondo i carcerati, esse avrebbero bastonato i partecipanti a una tentata fuga (sbarre segate, corde con lenzuola annodate) a San Vittore, il primo gennaio. Sedici comunicazioni giudiziarie sono state inviate dal sostituto procuratore della Repubblica dottor Luigi De Liguori ad agenti di custodia del carcere di San Vittore e al medico della casa di pena in relazione ad una denuncia per lesioni semplici e gravi presentata da due detenuti.
L'episodio sarebbe avvenuto il primo gennaio scorso dopo un fallito tentativo di evasione. All'alba Nicola Giglio, detenuto perché sospettato di omicidio volontario, rapina e ricettazione, Herman Steran, cittadino tedesco colpito da ordine di cattura della magistratura di Monaco di Baviera, per tentato omicidio, furto e ricettazione, Renato Valzasca ed Emilio Tasca, in attesa di giudizio per reati contro il patrimonio, tutti tra i 21 e i 24 anni, dopo aver segato le sbarre della loro cella al quarto raggio, con una corda fatta con lenzuola, annodate, si erano calati in un cortile interno. I quattro avevano poi raggiunto il muro di cinta, ma a questo punto la guardia di ronda li aveva scoperti e ha sparato in aria una raffica di mitra per dare l'allarme.
I detenuti erano stati circondati e si erano lasciati prendere senza opporre resistenza. Una prima volta, ancora nel cortile del carcere, i detenuti sarebbero stati fatti sdraiare a terra e sarebbero stati percossi a pugni e calci. «Non ci lamentiamo di questo — ha fatto sapere uno dei carcerati — sappiamo che in caso di evasione i secondini vengono puniti e quindi possiamo capire che quando ci prendono si sfoghino un po' su di noi».
L'esposto giunto alla procura della Repubblica denuncia però altri fatti avvenuti più tardi quando i quattro, dopo essere passati dall'ufficio matricola, sono stati portati nelle celle di punizione. Secondo la denuncia, presentata dagli avvocati Marcello Vitolo e Armando Salaroli, a questo punto sarebbe cominciato un pestaggio sistematico compiuto con sfollagente, calci di mitra e lance di idranti oltre che pugni e calci. Alla fine i detenuti sarebbero stati rinchiusi nudi nelle celle, senza essere medicati. Sempre secondo il documento, il giorno seguente altri quattro carcerati in attesa di processo, Pasquale Pristeni, Alvaro Tazzi, Stefano Scacchi e Emilio Riffaldi sarebbero stati percossi perché non avevano avvertito le guardie dell'evasione che era stata tentata. Subito dopo questi fatti i detenuti che avrebbero subito le violenze hanno chiesto di parlare, in assenza del direttore, con il vice direttore del carcere dott. Ricotta, il quale dopo averli ascoltati, ha inviato un esposto alla procura della Repubblica. Contemporaneamente al dottor De Liguori è giunta la denuncia dei legali, e l'otto gennaio scorso il magistrato ha iniziato gli accertamenti ordinando, come primo atto, una perizia medico-legale sui denuncianti, due dei quali, il Tasca e il Vallanzasca, sono ora nelle case di pena di Porto Azzurro e Brindisi.
Secondo indiscrezioni, le perizie avrebbero accertato sui detenuti lesioni anche gravi e in un caso si parla di lesioni a un polmone. Questo fatto avrebbe convinto il magistrato milanese a spedire le comunicazioni giudiziarie a 15 guardie per i reati di lesioni semplici e gravi e al medico di S. Vittore, dott. Domenico Genovese, per falso ideologico in quanto avrebbe visitato i detenuti senza segnalare alla procura i segni delle percosse. Il provvedimento del giudice ha colpito il comandante delle guardie maresciallo maggiore Pasquale Palazzo, il maresciallo capo Gaetano Beccarisi e gli agenti di custodia Antonio Russo, Valentino Scapaticelo, Antonio Giannini, Carmine Jannaccone, Rocco Caivano, Antonio Secci, Francesco Barelli, Salvatore Serra, Giovanni Battista Coviella, Luigi Martis, Vincenzo Castaldo, Luigi Binu e Francesco Del Signore.
La Stampa 29 gennaio 1974