Il ministro di Grazia e Giustizia, on. Gonella ha inaugurato stamane il nuovo carcere di Rebibbia, in via Raffaele Maietti. Dopo la benedizione delle mura e la preghiera del carcerato, letta dal cardinale vicario di Roma, Dell'Acqua, l'on. Gonella e il seguito sono stati accompagnati nella sala-convegno delle guardie carcerarie.
Qui il direttore generale degli istituti di pena, dott. Manca, ha pronunciato un breve discorso, nel quale ha ricordato che il nuovo carcere di Rebibbia ha un muro di cinta alto sei metri, vale a dire due metri in meno dei muri di cinta delle carceri svedesi e inglesi.
Ha quindi parlato il ministro, il quale per prima cosa ha letto il telegramma del presidente della Repubblica Giovanni Leone, nel quale è espresso l'augurio che « tutti gli istituti carcerari italiani possano quanto prima essere ristrutturati ». Il ministro ha poi detto: « Il carcere di Regina Coeli sarà trasformato in un centro clinico per carcerati e di passaggio per detenuti.
A Rebibbia sono stati curati con particolare attenzione soprattutto i servizi igienici, quelli sanitari e quelli educativo ricreativi. Soprattutto sono stati creati posti — come ad esempio la falegnameria, l'officina meccanica, la tipografia, il laboratorio fotografico e una sala per riparazioni radio — dove i detenuti potranno lavorare. Noi dobbiamo preoccuparci di redimere attraverso il lavoro (che sarà volontario), per poi reinserire nella società coloro che lasceranno il carcere. Il nostro impegno è che c'è tanto ancora da costruire per il rispetto della dignità del carcerato ».
In apparecchi televisivi a circuito chiuso sono state poi mostrate le immagini di un documentario girato nel nuovo carcere (oltre 200 mila metri quadrati). Il ministro ha poi visitato il vasto complesso. Sono stati mostrati anche i « camerotti » (ve ne sono con un letto e con quattro letti), tutti con i servizi igienici.
La Stampa 25 aprile 1972