In commissione alla Camera, il ministro ha illustrato la riforma delle carceri
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STORIA In commissione alla Camera, il ministro ha illustrato la riforma delle carceri 08/11/1973 

Tra le innovazioni: regime di semilibertà o liberazione anticipata; più precisi regolamenti del lavoro, dell'istruzione e dei rapporti col mondo esterno.. La riforma dell'ordinamento penitenziario, il rapporto fra pena da espiare e i diritti dell'uomo secondo la Costituzione, e i princìpi riaffermati recentemente dal Consiglio d'Europa: questi sono gli argomenti che il ministro della Giustizia, Zagari, ha trattato oggi alla commissione Giustizia del Senato per illustrare il progetto di legge sull'ordinamento penitenziario.

«Le rivolte sempre più frequenti nelle carceri — ha detto — non costituiscono un parossistico e gratuito furore contestativo. Sono il risultato di una crisi che non riguarda solo le strutture dell'ordinamento penitenziario, ma che coinvolge più a monte l'intero nostro sistema penale e processuale e le cause socio-economiche del delitto». Parallelamente alla riforma del regolamento penitenziario, ha ricordato il guardasigilli, «devono procedere le riforme del codice di procedura penale e del codice penale, per un rinnovamento sostanziaìe dell'istituzione'ispirata a una diversa concezione della pena secondo i dettami della Costituzione e delle più moderne dottrine criminalistiche».

Tra le innovazioni all'ordinamento penitenziario, sono state messe in risalto: il regime di semilibertà, in determinati casi; l'affidamento in prova al servizio sociale; la liberazione anticipata per i detenuti che abbiano dimostrato di partecipare attivamente all'opera di rieducazione; la valorizzazione di tutti gli strumenti capaci di promuovere il recupero sociale del condannato. A questo fine acquisteranno rilevanza l'organizzazione dell'istruzione all'interno delle carceri (corsi elementari, medi, di secondo grado, agevolazioni degli studi universitari) e del lavoro (un congruo compenso fissato, da un'apposita commissione, in misura non inferiore ai due terzi delle tariffe sindacali), la regolamentazione dei rapporti col mondo esterno (licenze, visite ai familiari, colloqui, «nel cui ambito può forse trovare soluzione anche l'angoscioso problema della vita sessuale dei detenuti»), il ripristino di quei diritti non strettamente connessi con la pena stessa (fare testamento, rilasciare procure, votare quando tale diritto non è stato precluso).

Il ministro Zagari ha ricordalo i provvedimenti relativi all'edilizia penitenziaria, agli agenti di custodia, agli educatori e assistenti sociali, che insieme concorrono a «contemperare gl'interessi della difesa sociale e della libertà dell'individuo nel quadro di una riforma che vuole essere «efficace strumento per il rinnovamento democratico della giustizia penale».

La Stampa 8 novembre 1973


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