Luciano Liggio, condannato il 12 febbraio di quest'anno ad un anno di carcere dal pretore di Corleone per essersi sottratto per due volte al foglio di via obbligatorio emesso nei suoi confronti dai questori di Bari e di Taranto, ha beneficiato stamane dell'amnistia per la pena che gli era stata inflitta in contumacia.
Il processo di appello si è svolto dinanzi alla quinta sezione del tribunale penale di Palermo, presieduta dal dott. Lo Forti. Il p. m. dott. Giammanco ha fatto rilevare che il reato previsto dalla legge speciale del 1956, per il quale il presunto capomafia corleonese è stato condannato, è di tipo contravvenzionale e che pertanto è tra quelli per i quali è concedibile l'amnistia anche nel caso di precedenti penali o misure di prevenzione che abbiano colpito l'imputato.
Subito dopo la scarcerazione avvenuta a Bari nel giugno dello scorso anno, Liggio, in seguito alla sentenza assolutoria della Corte d'Assise, aveva avuto notificato dal questore di Bari il foglio di via con l'obbligo di presentarsi all'autorità di P. S. del suo comune di residenza, ossia di Corleone. Il presunto boss interruppe però il suo viaggio verso la Sicilia a Taranto e si fece ricoverare presso l'ospedale.
Dopo un periodo di cure, anche il questore di Taranto emise nei confronti di Luciano Liggio il foglio di via. L'ex fuorilegge evase anche questo secondo provvedimento e, invece di fare rientro in Sicilia, da Taranto si diresse a Roma e si sottopose ad un intervento chirurgico che venne eseguito in una clinica di via Villa Massimo.
A metà novembre, Luciano Liggio fece perdere le sue tracce, eludendo la sorveglianza esercitata « in forma discreta » dagli organi di polizia. Il presunto capomafia di Corleone è attualmente irreperibile e non si è presentato al processo svoltosi stamane in tribunale. Quando verrà rintracciato, Luciano Liggio dovrà essere accompagnalo al soggiorno obbligato nel comune di Gavi Ligure, in provincia di Alessandria, dove dovrà risiedere per cinque anni.
Attualmente, a carico del presunto mafioso e pendente in istruttoria, a Palermo, un procedimento per due omicidi, quelli del campiere Stanislao Punzo e del sindacalista Placido Rizzotto. Per entrambi i delitti il P. M. ha già chiesto il proscioglimento di Liggio.
La Stampa 1 dicembre 1970