L’ampliamento del carcere di Verziano ha imboccato la via giusta. Il 4 luglio si è finalmente sbloccato l’iter amministrativo, dopo anni di impaludamenti burocratici. I soldi ci sono (16,6 milioni) ed il ministero delle Infrastrutture ha affidato a un raggruppamento temporaneo di professionisti torinesi (ingegneri e architetti) la progettazione definitiva ed esecutiva del nuovo carcere, che sarà pronta in sei mesi. Poi sessanta giorni per il bando di gara con il quale appaltare i lavori (restano a disposizione 16 milioni) e quindi i cantieri, che partiranno (salvo ricorsi al Tar delle ditte perdenti) verso la fine del 2019 per durare due anni. Infine sei mesi per il collaudo: la nuova struttura dovrebbe essere fruibile dal 2022.
Erano mesi che si attendeva l’affidamento della progettazione esecutiva. Alla gara del maggio 2017 hanno partecipato 12 operatori, tra cui tre raggruppamenti di professionisti bresciani: Aegis-Policreo-Sti-Sint-Studio Conti; lo studio B+M Associati (Baresi e Manfredi) e il pool Medeghini-Giuseppini-Piazza. A vincere la Tecnicaer Engineering Srl di Torino in cordata con la Rpa Srl e la Progettisti Associati Tecnarc, che hanno offerto un ribasso molto corposo, del 40,5% (ovvero 561mila euro). Da gennaio a luglio si sono persi sette mesi per la verifica dell’eventuale anomalia dell’offerta, poi giudicata «congrua» si legge nel verbale del provveditore interregionale per le opere pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna. L’affidamento della progettazione porta la data del 4 luglio. E vale la tempistica decisa nel 2016 dal ministero della Giustizia: due mesi per avere la progettazione definitiva (quindi 30 giorni per la sua approvazione) e altri due mesi per la progettazione esecutiva (cui segue un altro mese per l’approvazione da parte del ministero). Già a gennaio 2019 verrà preparata la gara per l’affidamento dei lavori.
Il progetto per ampliare la casa di reclusione, da tempo inadeguata alle esigenze di città e provincia, dovrà seguire le coordinate tracciate dal ministero della Giustizia. Ci sarà la ristrutturazione dei fabbricati attuali (inaugurati nel 1986) e degli spazi destinati alle camere, che saranno «trasformate in mini alloggi per consentire un significativo recupero di capienza», ma anche ai servizi ed alle attività socio riabilitative e saranno integrate con le nuove strutture, con le quali il plesso è destinato a raggiungere una capienza regolamentare di 400 posti» si legge nella relazione tecnica. Il primo intervento (2 milioni di euro) prevede la ristrutturazione dell’istituto esistente, l’adeguamento del settore accessi, dei colloqui per visitatori, magistrati ed avvocati, dei reparti detentivi, con la trasformazione delle camere singole in mini alloggi (con raddoppio di capienza regolamentare) ma anche il recupero degli spazi esterni a cortili di passeggio e la trasformazione di due cortili in palestra e cappella (compreso uno spazio di preghiera per le altre confessioni).
Con il secondo intervento (11 milioni) si realizzerà un nuovo padiglione detentivo da 320 posti su 11mila metri quadri, caratterizzato da «camerotti a 4 posti con una innovativa soluzione della finestratura di facciata, a nastro, con parziale eliminazione delle sbarre nella parte fissa non apribile, dotata di vetri antisfondamento». Al piano terra ci saranno le cucine ed i locali per il tempo libero, nei due piani superiori sezioni detentive da 160 posti l’una. Previsto anche un padiglione per le attività socio riabilitative, laboratori dove i detenuti potranno lavorare, e un polo didattico con aule per i vari cicli di scuola (elementari, medie e superiori). Infine un fabbricato esterno per l’ampliamento della caserma. Infine si spenderanno altri due milioni per la sistemazione delle aree esterne e per le reti.
Oltre ai 30mila metri quadrati esistenti le nuove strutture occuperanno un’area di altri 11mila metri quadrati. Non molto per la verità ma i campi intorno al carcere appartengono all’azienda agricola Verziano. La vecchia giunta Paroli voleva acquisirne 80mila mq concedendo in cambio 28 mila metri quadrati di aree residenziali al Villaggio Sereno. La giunta Del Bono, che ha voluto ridurre il consumo di suolo, sta portando a termine una delicata trattativa, che le vale il ritiro di un contenzioso al tar: quei campi in cambio di Palazzo Bonoris di via Tosio (valutato dalla Loggia 3,3 milioni) che può essere trasformato in residenze di lusso ma anche in un hotel o centro convegni (logicamente sotto l’occhio severo della Soprintendenza). La Loggia cederebbe quindi parte quei campi al demanio ricevendo in cambio un bel pezzo della caserma Randaccio, dove vuole realizzare il polo scolastico di Brescia centro, concentrando lì le elementari e le medie Mompiani (che per sei anni si trasferiranno ai Padri della Pace) Calini e Manzoni. Un progetto a lungo termine, visto che serviranno almeno sette anni per realizzarlo.
Una volta aperto il nuovo Verziano poi potrà finalmente chiudere il vecchio e inadeguato Canton Mombello, le cui condizioni sono giudicate «insostenibili» dal sindacato di Polizia Penitenziaria.
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