A causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, stava fruendo degli arresti domiciliari in città. Lamentava dolori diffusi e patologie di vecchia data. Mario Bisogno , pluripregiudicato 74enne, è stato ricondotto in carcere. I suoi dolori erano tutto un bluff. Ad accertarlo, sono stati i medici dell’ospedale Santa Maria Incoronata dell’Olmo. Lunedì pomeriggio, un’auto civetta della Polizia di Stato è giunta alle palazzine popolari di Pregiato. Gli agenti si sono fermati dinanzi al portone d’ingresso di Bisogno, condannato a scontare tre ergastoli. Gli agenti si sono introdotti nel palazzo dove dimorava l’anziano boss.
Da alcune settimane, il pluripregiudicato aveva lasciato il carcere di Parma per trascorrere la detenzione ai domiciliari. I poliziotti hanno chiesto l’intevento del 118, in zona è giunta un’ambulanza con un medico. Bisogno ha continuato a ostentare il suo grave stato di salute, ponendo in evidenza la necessità d’essere sottoposto a controlli clinici, prima d’essere tradotto fuori dalla sua abitazione, cosa che è stata eseguita. Pochi minuti dopo, però, è arrivato il referto dei sanitari che ha capovolto la situazione. Accompagnato presso l’ospedale Santa Maria Incoronata dell’Olmo, Bisogno è stato sottoposto a tutti gli accertamenti medico-sanitari. Radiografie, analisi del sangue ed elettrocardiogramma. I risultati del laboratorio analisi e della radiologia smentivano clamorosamente le patologie che Bisogno diceva di avere. I sanitari hanno completato il referto, attestando la buona condizione di salute del paziente. Bisogno ha capito subito cosa sarebbe successo di lì a pochi minuti. Per lui, infatti, si sono riaperte le porte del carcere. Addio domiciliari. Di fronte a quel quadro clinico così rasserenante, il pregiudicato non aveva più l’alibi per restare a casa.
Il 74enne è stato così accompagnato alla casa circondariale di Salerno, in località Fuorni, in attesa che il tribunale di Bologna decida il trasferimento a Parma. L’ultima tegola giudiziaria per Mario Bisogno risale all’agosto scorso quando è stato rinviato a giudizio con Carlo Castellano con l’accusa di tentata estorsione in concorso. Bisogno, già detenuto per tre ergastoli, minacciò due persone che collaboravano con lui: «O mi date 100mila euro per gli avvocati e per gli investigatori privati, o faccio i vostri nomi». L’indagine è stata realizzata dalla procura distrettuale antimafia di Salerno ed è legata a una lettera scritta da Bisogno e indirizzata a Castellano. Il boss chiedeva soldi. La lettera finì nelle mani degli investigatori.
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