Una guardia carceraria, di sentinella la scorsa notte sul muraglione di cinta del carcere di Marassi, ha ucciso accidentalmente un collega con un colpo di mitra. Non v'è dubbio che si tratta di disgrazia: Costantino Crapa, 25 anni, di Bono (Sassari) era di servizio alla garitta n. 3 ed il morto, Roberto Marcelli, 21 anni, da Fabbrica di Roma (Viterbo), alla garitta n. 4. Ad un tratto Crapa ha visto un'ombra muoversi e inavvertitamente ha lasciato partire un colpo. Lo sparatore è stato arrestato per omicidio colposo e messo a disposizione del sostituto procuratore della Repubblica, dottor Testa, che l'ha interrogato nel pomeriggio. Il tragico equivoco è avvenuto alle 3,50 su un bastione delle « Case rosse » di Marassi, dal lato di via Claravezza.
Improvvisamente Crapa è sobbalzato, credendo di vedere qualcosa muoversi nel buio. Ha pensato ad un tentativo di evasione. «Mi sono voltato di scatto — ha detto più tardi al capoposto Napolitano — ho gridato il chi va là, ma nessuno ha risposto. Allora ho preparato il mitra allo sparo». Probabilmente per il movimento brusco, dalla canna del suo «Beretta calibro 9» è partito un proiettile che ha raggiunto l'altra guardia all'addome. «Sono Marcelli, mi hai colpito. Aiutami a rialzarmi» ha mormorato il poveretto; poi ha perduto i sensi. Contemporaneamente scattavano i dispositivi d'allarme e accorrevano gli altri agenti di custodia. Crapa, in preda a choc, ha spiegato, a stento, l'accaduto Sono stati subito avvertiti il magistrato di turno, il direttore del carcere ed il vicequestore De Longis.
Crapa è stato preso in consegna dagli uomini della Mobile, mentre Marcelli veniva accompagnato all'ospedale San Martino. E' morto poco dopo il ricovero per lesioni delle viscere e del fegato. Il mitra è stato sequestrato. Sarà sottoposto a perizia per accertare se il colpo sia partito per un difetto di funzionamento. Crapa ha infatti raccontato: «Ho tirato indietro l'otturatore, ma è subito partito in avanti ed il mitra ha sparato da solo, mentre mi voltavo». Nel primo pomeriggio, dopo essere stato sentito dal magistrato, Costantino Crapa è stato rinchiuso nel carcere di Marassi. Solo pochi minuti prima dell'interrogatorio, ha saputo di aver ucciso il compagno, di cui era molto amico. E' scoppiato in un pianto dirotto.
La Stampa 7 aprile 1973