Chieste pene fino a cinque anni e otto mesi di reclusione e multe fino a 16mila euro nel processo che si celebra a Lodi su un giro di droga scoperto in carcere. Nell’operazione condotta dalla polizia di Stato di Lodi, in collaborazione con le questure di Cremona e Milano, erano rimasti coinvolti anche madre e figlio di Pizzighettone che hanno scelto il rito ordinario. Se dunque il giudice deciderà di rinviarli a giudizio, affronteranno il processo. Per l’accusa, la donna riforniva il figlio di droga tramite un’infermiera e un agente di Polizia Penitenziaria attivi nel carcere di Lodi, dove il giovane era detenuto.
L’operazione Akron aveva portato a 19 ordinanze di custodia cautelare nelle province di Lodi, Cremona e Milano (di cui 14 in carcere e le altre ai domiciliari). I reati contestati sono quelli di corruzione per atti contrari ai doveri d´ufficio, traffico di sostanze stupefacenti e lesioni personali gravissime. Ad eccezione dei due cremonesi, gli altri imputati hanno scelto riti alternativi (tre il patteggiamento e 13 l’abbreviato). Molti di loro sono ancora in custodia cautelare in carcere.
Le posizioni più gravi sono quelle dell’agente della penitenziaria, che ha scelto di patteggiare concordando una pena di 5 anni di reclusione, e dell’infermiera, che invece è processata con rito abbreviato e per la quale il procuratore capo Domenico Chiaro ha chiesto una pena di 5 anni e otto mesi e la multa di 16mila euro. L’accusa per loro è di corruzione e cessione di stupefacenti. Per tutti gli altri (ovvero i detenuti a cui venivano portati gli stupefacenti e i telefoni cellulari e i soggetti esterni al carcere che facevano da intermediari e procuravano la droga) le richieste del procuratore sono state sui tre anni di reclusione. La richiesta più bassa è stata di 2 anni e 8 mesi. Venerdì ci sarà una nuova udienza.
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