La fuga, con l'aiuto di un complice, dalle carceri di Gazzi. I carcerati hanno scalato un muro e si sono calati in strada con una corda - Gli agenti di custodia hanno sparato ma non li hanno colpiti - Uno dei fuggitivi è accusato della strage nella banca di Polistena, l'altro era in prigione per rapina.
Una gigantesca caccia all'uomo è in corso da stanotte a Messina e nella provincia per catturare due pericolosi banditi evasi ieri sera dalle carceri di Gazzi. I due detenuti in fuga sono Giuseppe Scriva di 25 anni, accusato di essere stato il «cervello» della sanguinosa rapina alla Banca Popolare di Polistena in cui furono uccise quattro persone, e Carmelo Tiezzi, di 30 anni, catanese, che il 25 gennaio scorso, assieme ad alcuni complici, assaltò l'agenzia di Credito Popolare di Barcellona Pozzo di Gotto, tenendo in ostaggio gli impiegati.
Agenti e carabinieri hanno istituito posti di blocco su tutte le strade della provincia. Presidiati sono anche gli imbarcaderi delle navi traghetto, la stazione ferroviaria e i quartieri più popolari di Messina, dove i due evasi avrebbero potuto trovare rifugio.
Giuseppe Scriva e Carmelo Tiezzi sono riusciti a fuggire dal carcere di Gazzi dopo avere aperto la porta del padiglione in cui erano rinchiusi e quindi anche il cancello che immette nel «passeggio» riservato ai detenuti in stato d'isolamento. I due banditi hanno poi raggiunto il muro di cinta delle carceri che dà sulla via Emilia e dopo averlo scalato hanno raggiunto la strada sottostante scendendo lungo una fune trattenuta al muro da un robusto gancio di ferro. Mentre i due evasi si trovavano sul muro, tre agenti di custodia hanno notato le loro ombre. Gli agenti hanno sparato alcune raffiche di mitra, ma Scriva e Tiezzi sono riusciti egualmente a calarsi sulla strada. Ad attendere i detenuti c'era un loro complice. A quanto pare gli evasi sarebbero saliti a bordo di una «500» blu scuro.
Giuseppe Scriva è alla sua seconda evasione. Una prima volta era riuscito a fuggire il 3 giugno 1970 dalle carceri di Nicastro, dove si trovava detenuto dal maggio del 1968 sotto l'accusa di avere ucciso Pasquale Apa, nei pressi del cimitero di Rosarno. Lo Scriva fuggi dalle carceri assieme a Michele Montalto, Carmelo Fitteti e Salvatore Belvedere, anch'essi imputati di omicidio. Qualche mese dopo l'evasione Salvatore Belvedere fu trovato ucciso in fondo a un burrone. In seguito alla mancata rapina alla Banca Popolare di Polistena i carabinieri riuscirono a trovare nuovamente le tracce di Giuseppe Scriva che, circa un mese addietro, fu arrestato a Rosarno in casa del manovale Benito Reitano che gli aveva dato ospitalità per una notte.
Carmelo Tiezzi si trovava in carcere dal 25 gennaio scorso. Il bandito catanese venne infatti arrestato qualche ora dopo la tentata rapina nella Banca del Credito Popolare di Barcellona Pozzo di Gotto. Fu trovato dai carabinieri nascosto dentro la cella frigorifera di una pescheria in costruzione, alla periferia della città. Giuseppe Scriva aveva già subito anche una condanna a 21 anni di reclusione per omicidio. Inoltre, a suo carico, oltre al mandato di cattura per la strage di Polistena del 5 lu|glio 1971, pendeva un altro provvedimento restrittivo perché accusato di avere soppresso uno dei suoi complici nella sanguinosa tentata rapina, Girolamo Taccone, di 18 anni. Il giovane fu trovato ucciso il 6 dicembre dello scorso anno nei pressi di Vibo Valentia.
Stamane a Messina sono i stati fatti affluire rinforzi e diverse unità cinofile. Le forze dell'ordine sono soprattutto impegnate per impedire che i due evasi lascino Messina: non si sa infatti se i due evasi siano armati.
Un'inchiesta è, intanto, in corso nelle carceri di Messina. Si sta cercando di stabilire se i due detenuti abbiano avuto un complice all'interno per attuare il loro piano. E' questa la prima volta che dal complesso carcerario di Gazzi, inaugurato 14 anni fa, si verifica un'evasione. Nel reclusorio sono attualmente rinchiusi un centinaio di detenuti in più di quelli che potrebbe ospitare.
La Stampa 14 aprile 1972