Il comandante dell’Arma dei carabinieri è intervenuto sugli ultimi sviluppi legati al caso Cucchi: “Non ho mai parlato di mele marce, ma di persone che vengono meno al loro dovere e il venire meno al dovere va accertato"
“Verificheremo i significati da dare a frasi come 'spirito di corpo', quando il quadro sarà chiaro faremo quello che dovremo fare”. Sono le parole del comandante generale dell'Arma, Giovanni Nistri, intervenuto sugli ultimi sviluppi legati al caso Cucchi a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico della scuola ufficiali dei carabinieri a Roma. “Quanto emerso – ha spiegato il comandante - dovrà essere valutato compiutamente dall'autorità giudiziaria. E quando lo avrà fatto, verificheremo i significati da dare a quelle frasi. Non ho mai parlato di mele marce ma di persone che vengono meno al loro dovere e il venire meno al dovere va accertato".
Nistri: “Dobbiamo rispettare persone sotto nostra custodia”
"Chiunque indossi questa uniforme porta il peso della responsabilità”, ha spiegato Nistri. “La vostra, in quanto comandanti, è la più alta. Sarete chiamati a intercettare disagi e bisogni, a garantire la libera fruizione dei diritti di ognuno, ad assicurare il rispetto della dignità di tutte le persone, specie di quelle in condizioni di fragilità e sottoposte alla nostra custodia, affinché l'affermazione della legalità sia sempre scevra da gratuita violenza e proterva angheria, come la Costituzione ci impone". Nistri, che non ha mai fatto esplicito riferimento al caso Cucchi, ha poi aggiunto, sempre rivolto ai nuovi ufficiali. "Noi carabinieri dobbiamo essere i primi a giudicare, con rigore e senza tentennamenti, chi di noi si allontani dalla via del dovere: perché oltre centomila uomini e donne, capaci di dare un volto alla fiducia dei cittadini, sovrastano i pochi che possano venir meno all'impegno assunto", ha concluso il comandante generale.
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