Fugge di giorno da San Vittore le guardie sparano ma scompare
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STORIA Fugge di giorno da San Vittore le guardie sparano ma scompare 25/01/1969 

Un giovane detenuto nel carcere milanese di San Vittore per una serie di furti e di oltraggi a pubblico ufficiale, è fuggito stamane alle 7,50 dalla prigione dopo una breve ma violenta colluttazione con due guardie che hanno tentato di fermarlo esplodendo colpi di moschetto in aria. Scavalcato il muro di cinta che dà su viale Papiniano, l'evaso si è diretto verso piazzale Aquileia, facendo perdere le tracce. II. detenuto si chiama Giacomo Oneda, di 26 anni; è nato a Rudiano. in provincia di Brescia. Prima di finire in prigione viveva a Legnano in via X2&V Maggio. Vana, finora, ogni ricerca. ,- Giacomo Oneda, già a 19 anni era stato rinchiuso in carcere per furto. Poi, il 26 agosto di sei anni fa, insieme con Ambrogio Gorla e Gaudenzio Reina, aveva portato a termine un clamoroso furto (bottino di una ventina di milioni) nella villa di Gianfranco Moroni.

Ultimamente, capeggiava una banda, denominata « delle cavallette », di cui facevano parte, oltre al Reina, anche Giorgio Ghizzi, Renzo Zampieri e Giovanni Della Foglia, tutti fra i 18 e i 22 anni. La «gang» si è resa responsabile di una trentina di furti in ville e automobili nel Varesotto e nei dintorni di Legnano. Il detenuto era ospite di San Vittore dal 20 novembre scorso. Era stato condannato, con quattro sentenze, a cinque anni e un mese di reclusione. Aveva però avuto duo condoni di un anno ciascuno. Sarebbe dovuto tornare in libertà il 20 luglio 1970.

Giacomo Oneda era un detenuto -:'molto :tranquillo, che non aveva mài datò del fùò da torcere ai guardiani. Lavorava come ortolano negli orticelli situati all'interno dell'istituto di pena. Stamane, con altri compagni stava andando al lavoro, quando d'un tratto, sorprendendo gli agenti di custodia, si è messo a correre verso il muro di cinta. Ha alzato una scala a pioli e ha cominciato a salire. Una delle guardie ha sparato un colpo di mitra in aria, nel tentativo di farlo desistere dal proposito di fuga. Ma il giovane ha continuato a salire. Sul camminamento si è incontrato con due agenti che da lontano avevano assistito alla scena e che erano accorsi per fermarlo. C'è stata una lotta accanita. L'Oneda, più agile, è riuscito a divincolarsi dalla presa ed è saltato dal muro di cinta, da un'altezza di cinque metri, toccando terra sul marciapiede di viale Papiniano. Poi, zoppicando, si emesso a correre verso piazzale Aquileia, mentre dall'alto delle mura venivano esplosi tre colpi di moschetto a scopo intimidatorio.

L'allarme è scattato immediatamente: una pattuglia di guardie carcerarie è uscita dal portone principale, ma dell'evaso non c'era più alcuna traccia. Il suo giubbotto è stato trovato in terra. Evidentemente, la fuga doveva essere stata accuratamente preparata nei giorni scorsi.

La Stampa, 25 gennaio 1969


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