Si è conclusa l'audizione di Francesco Basentini presso la commissione parlamentare antimafia. L'ex Capo DAP, dimessosi dopo le polemiche sulla circolare del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria accusata di ave favorito le scarcerazioni deiboss mafiosi, ha avuto modo di rappresentare le sue motivazioni sulle scarcerazioni dei boss, ma ha anche fortnito la sua versione su fatti degli ultimi anni che riguardano la gestione dei detenuti in "Alta sicurezza" e al 41-bis, questi ultimi gestiti dal GOM della Polizia Penitenziaria, diretto dal Generale Mauro D'Amico. Quello che segue è un elenco degli argomenti trattati da Francesco Basentini, tramite un riassunto quanto più possibile fedele delle sue dichiarazioni che possono essere ascoltate integralmente nel video seguente.
BASENTINI SOTTO ATTACCO
Contro di me un vero e proprio linciaggio mediatico da parte di sedicenti esperti della materia penitenziaria, basato su congetture prive di qualsiasi fondamento. Linciaggio contro di me e i miei affetti familiari: agirò senza esitazione contro diffamazioni.
PANDEMIA MONDIALE
Un'analisi seria non può partire da un dato oggettivo ed inconfutabile: esistenza di una pandemia che ha colpito e sta colpendo l'intero pianeta. Nessuno era pronto, il DAP è stata la prima amministrazione pubblica del mondo occidentale se non del Mondo ad affrontare il problema senza nessun punto di riferimento. Si è agitonella consapevolezza che un contagio senza freni avrebbe messo a rischio detenuti ed operatori penitenziari. Circolare del 21 febbraio, circolare 25 febbraio ai provveditori regioni maggiormente colpiti da virus per sospendere colloqui. Decisione condivisa da Ministro, due Sottosegretari, Capo Gabinetto, Garante nazionale detenuti e direttori generali DAP. Altri Paesi europei chiedevano costantemente notizie sui nostri provvedimenti adottati. Grazie a queste misure, rischio contagio e mortalità pressoché azzerato nelle carceri italiane.
RIVOLTE NELLE CARCERI
Critiche al DAP senza contezza didiversi fattori. A prescindere dalle inchieste giudiziarie sulla esistenza di una verosimile regia occulta dietro al divampare delle rivolte nelle carceri, le rivolte sono stateun fenomeno comune a numerosissimi Paesi: in Francia 14.
CIRCOLARE 21 MARZO 2020
La genesi della circolare è stata dettagliatamente illustrata dall'audizione dell'ex direttore generale detenuti e trattamento del DAP, il magistrato Giulio Romano. C'è però una stretta correlazione di contenuto dell'articolo 23 comma 2 del regolamento di esecuzione dell'ordinamento penitenziario, DPR 30 giugno 2000 n. 230 , in vigore da 20 anni che prevede l'obbligo della direzione dell'istituto di trasmettere atti al magistrato di Sorveglianza, o autorità giudiziaria competente, per i provvedimenti di rispettiva competenza, qualora dagli accertamenti sanitari il detenuto si trovi nelle condizioni previste dagli articoli 146 147 del codice penale (rinvio obbligatorio e rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena). La nota del 21 marzo, in modi più blandi, ribadisce la stessa cosa. Ecco perché è inutile annullare la nota. Semmai andrebbe abolita la norma del DPR 230 che come è noto nnon è compito del DAP.
SUL SOSPETTO CHE IL DAP ABBIA VOLUTO SCARCERARE I BOSS IN ALTA SICUREZZA E 41-BIS
Premesso che nessun potere che produca tale effetto possa essere mai espresso dal DAP, trattandosi di prerogativa spettante alla magistratura competente, tale ipotesi è facilemte confutabile.
STORTURE ED ANOMALIE NELLA GESTIONE DEI DETENUTI IN ALTA SICUREZZA E 41-BIS
Sotto la mia guida il DAP ha cercato di correggere le evidenti anomalie e storture presenti da anni in quei circuiti detentivi, anomalie che avrebbero dovuto essere corrette o eliminate da tempo. A partire dal luglio 2018 attività del DAP tesa ad individuare problematiche mai isolate prima.
NUOVO MODELLO DI GESTIONE TRATTAMENTALE DEI DETENUTI
Nel maggio 2019 sono stato già audito da questa Commissione. Nel corso dell'audizione portai a conoscenza di un nuovo medello di gestione dei detenuti su cui si stava lavorando, diretto a creare un trattamento penitenziario su base progressiva che vedeva nelle cosiddette "celle aperte", il risultato di un percorso del detenuto e non un modello generalizzato ed immediato. Il modello prevedeva anche soluzioni operative contro le aggressioni dei detenutinei confronti del personale. Tale modello, ultimato nell'estate del 2019, veniva subito portato all'attenzione dei vertici ministeriali.
MOVIMENTAZIONE DEI DETENTUI IN ALTA SICUREZZA
Altra iniziativa adottata per la primavolta del DAP è stata la movimentazione di quei detenuti in alta sicurezza da anni reclusi ubicati nei penitenziari delle medesime aree criminali di provenienza. Nel giugno del 2019 mi accorsi che c'erano 3.800 detenuti in queste condizioni, spesso senza una esigenza processuale che ne giustificasse la permanenza in quegli istituti. Venne costituita una task-force nel DAP per i trasferimenti dei detenuti e ricevemmo apprezzamenti e ringraziamenti dal Ministro della Giustizia e dell'Interno per tale iniziativa.
CONTRO LE CELLE APERTE AI DETENTUI IN ALTA SICUREZZA
Un piano analogo venne ideato per limitare le "celle aperte" ai detenuti in alta sicurezza che usufruivano da anni di tali agevolazioni quasi semrep senza preventiva autorizzazione del DAP. Anche in questo caso la situazione durava da anni, da anni... senza che nessuno nel DAP, come per la movimentazione dei detenuti, mi avesse preventivamente informato, neanche i dirigenti del DAP della Direzione Generale Detenuti e Trattamento. Ne venni a conoscenza durante i miei incontri programmati con provveditori, direttori e comandanti delle carceri. In particolare, il Comandante di Tempio Pausania, nel novembre 2019 mi informò che in quell'istituto, oltre 170 detenuti in alta sicurezza fruivano delle celle aperte: misura adottata più di dieci anni prima. Condizioni identiche persistevano in tante altre carceri d'Italia. Tornato a Roma contattai la Dottoressa Malagoli del DAP, invitandola a fare un sondaggio con la massima urgenza sulle celle aperte nel circuiti di alta sicurezza. Alla fine del gennaio 2020 il sondaggio non era concluso e la successiva pandemia ne rallentò la conclusione.
GRUPPO OPERATIVO MOBILE
Dall'inizio del mio incarico mi resi conto che il GOM aveva gravi carenze di organico, perché non conc'era nessun turn over di personale che non partecipava agliinterpelli per mancanza di interesse. Allo stesso gruppo di lavoro che si occupò del nuovo modello di gestione trattamentale dei detenuti affidai il compito di incrementare e rafforzare le piante organiche del GOM e della Polizia Penitenziaria. La nuova pianta organica del GOM fu individuata in oltre 800 unità rispetto alle 620 previste oggi. Altro obiettivo portatoa compimento è il nuovo decreto del GOM che privilegiasse il personale per l'accesso a la permanenza nel Gruppo. Il 14 ottobre 2019 la stesura finale venne consegnata al Gabinetto del Ministro. Mi auguro che l'attuale nuovo decreto del GOM, si ispiri ai medesimi obbiettivi con particolare agli incentivi al personale.
DICHIARAZIONI DEL DIRETTORE DEL GOM
Nei primi imesi del 2019 mi vennero riportate due iniziative del Direttore senza che ne venissi informato. Non apprezzai l'accaduto e persi la totale fiducia nel Generale D'Amico. Informai il Ministro, il Sottosegretario Ferraresi e il Capo di Gabinetto sull'opportunità di sostituire D'Amico. Vi era anche una ragione tecnica alla sostituzione in quanto il Direttore del GOM era stato nominato nel febbraio 2012 e secondo il decreto in vigore avrebbe cessato il suo incarico nel febbraio 2019. Dal 2018 era in corso un interpello per la movimentazione dei Dirigenti superiori della Polizia Penitenziaria ossia di tutti i generali del disciolto Corpo degli Agenti di Custodia. La rotazione degli incarichi interessò tutti i Generali tranne D'Amico e Vicenzi, quest'ultimo era uno dei possibili candidati alla direzione del GOM. La sotituzione di D'Amico era ancora più opportuna anche per il fatto che si era interrotto il filo comunicatio con il Capo Dipartimento. Mi lamentai di questo in una riunione alla oresenza del Sottosegretario Ferraresi, del Capo di Gabinetto e dello stesso Direttore del GOM. Anche la Dottoressa Malagolidella Direzione Generale Detenuti e Trattamento del DAP, con due distinte note del 7 febbraio 2020 si lamentava formalmente per le omesse comunicazzioni del GOM. In particolare emersero due fatti molto gravi avvenuti il 5 e il 21 novembre 2019 rispettivamente a Sassari e a Parma in relazione al rinvenimento di 3 cellulari, al rinvenimento di un punteruolo a disposizione di Leoluca Bagarella e all'aggressioni di quest'ultimo di u agente di Polizia Penitenziaria. Inoltre, nel repato 41-bis di Rebibbia, venne trovata una pinzetta metallica nella cucitura di un accappatoio di un detenuto. Non ricevetti alcuna comunicazione. Feci accesso in istituto e riscontrai gravissime anomalie delle quali interessai gli organi competenti. Con ordine di servizio del 7 gennaio 2020 disponevo che: "per ogni evento critico degno di apprezzabile rilevanza, mi venga data tempestiva informazione da parte del responsabile del ROM (Reparto Operativo Mobile ndr) competente, mediante il diretto contatto telefonico anche tramite SMS, sull'utenza numero, oppure mediante email all'indirizzo diposta elettronica francesco.basentini".
In merito a questa disposizione mi risulta che D'Amico nel corso della sua audizione abbia definito questa disposizione "illegittima" in quanto avrei reclamato il diritto di una comunicazione esclusiva a dispetto di quella che istituzionalmente il personale del GOM avrebbe dovuto dare alla direzione dell'Istituto. Il citato Generale hadichiarato che i suoi collaboratori non avrebbero dato seguito alle mie disposizioni. Però come si può leggere, nel corpo dell'atto non ho dato disposizioni che le informazioni dovessero essermi fornite in esclusiva e i responsabili dei Reparti, come posso dimostrare, mi fornirono diverse segnalazioni via email su quanto accedeva nei reparti.
L'audizione di Francesco Basentini è stata sospesa per permettere alla Commissione di prendere visione degli atti prodotti dall'ex Capo DAP. Francesco Basentini verrà riconvocato a settembre allaripresa dei lavori della Commissione dopo la pausa estiva.
La "censura" della Commissione parlamentare antimafia sull'audizione del Generale Mauro D'Amico