"Riguardo alle mie dimissioni da capo del Dap, ho preso la decisione che era giusto adottare. La circolare che ha generato polemiche? Revocarla o sospenderla non ha senso, come pure è stato suggerito da qualcuno, visto che sia la norma che il correlato obbligo di segnalazione per i direttori - quello sulle patologie o gravi condizioni sanitarie dei detenuti - rimarrebbero comunque in vigore".
Così Francesco Basentini, ex capo del Dap, dimessosi a maggio dopo le polemiche sulla circolare del Dap del 21 marzo che portò alla scarcerazione temporanea di alcuni detenuti al 41 bis durante l'emergenza sanitaria. Basentini sarà presto effettivo alla Procura di Roma come sostituto procuratore.
"Le rivolte, a seguito dell'emergenza sanitaria, si sono verificate in quasi tutti gli Stati del mondo. In tutti i Paesi sono stati adottati gli stessi provvedimenti, peraltro imitando l'esperienza italiana. A questo punto dovremmo credere che c'è stata una trattativa con tutti i detenuti del mondo?", ha detto inoltre Basentini commentando la vicenda della circolare e delle misure alternative alla detenzione durante l'emergenza Covid, respingendo le polemiche su alcune ipotesi emerse tempo fa su fonti di stampa, secondo cui la circolare sarebbe stata frutto di una "trattativa con i boss" come conseguenza delle pressioni causate dalle rivolte di inizio marzo nelle carceri.
ANSA
La lettera del DAP, sospettata di essere la causa dell'invio ai domiciliari dei boss mafiosi