Formigoni si presenta in carcere a Bollate, ma gli avvocati hanno già pronta la richiesta dei domiciliari
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NOTIZIE Formigoni si presenta in carcere a Bollate, ma gli avvocati hanno già pronta la richiesta dei domiciliari 22/02/2019 

L’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni si è costituito spontaneamente nel carcere di Milano-Bollate, dopo la conferma della condanna a 5 anni e 10 mesi per corruzione decisa ieri dalla Corte di Cassazione nell’ambito del caso Maugeri. Questa mattina la Procura generale di Milano aveva firmato l’ordine di esecuzione della pena per l’ex governatore, che tuttavia ha preferito recarsi spontaneamente al penitenziario senza aspettare che i carabinieri eseguissero il provvedimento.

I giudici della Suprema Corte hanno ridotto la condanna per il Celeste, rispetto ai 7 anni e 6 mesi inflitti in appello, perché hanno preso atto che i capi di imputazione relativi al San Raffaele sono ormai prescritti. Inoltre hanno anche confermato la condanna per l'ex direttore amministrativo della Maugeri Costantino Passerino (7 anni e 7 mesi in secondo grado) e per l'imprenditore Carlo Farina (3 anni e 4 mesi). Respinto, infine, il ricorso presentato dal l'ex moglie di Daccò, Carla Vites, assolta, che puntava ad avere una diversa formulazione di proscioglimento.

Senza perdere mai un’elezione, Roberto Formigoni è stato il governatore più longevo della Regione Lombardia. Ma anche il più sfregiato dalle inchieste sulla corruzione. Corruzione nel settore della Sanità della quale, in questo caso, hanno beneficiato il San Raffaele e la Fondazione Maugeri, poli di indubbia eccellenza ai quali sarebbe stata assicurata una “protezione globale”.

Luigi Biritteri, pg della Cassazione a Roma, lo ha ricordato con gli stessi toni usati dalla pubblica accusa nei due primi processi a Milano. Di qui la richiesta di confermare il massimo delle pena: “Sette anni e sei mesi, tenuto conto del ruolo e con riferimento all’entità delle corruzione (oltre 200 milioni) che fanno ritenere difficile ipotizzare una vicenda di pari gravità”. Senza una sola attenuante neppure la più ordinaria: “Per chi esercita funzioni di tale prestigio essere incensurati è una precondizione”.

Non ha fatto cenno alla prescrizione, che scatterebbe inevitabilmente a luglio se il processo venisse rinviato a Milano. Ma a questo rischio si riferiva quando ha aggiunto :”Evitiamo che la legge possa essere calpestata con grida manzoniane”.

Neppure per cenni ha ricordato i 6,7 milioni di benefit tra viaggi, vacanze esotiche, barche, aerei, ville e pranzi direttamente andati a Formigoni attraverso i due facilitatori, Antonio Simone e Pierangelo Daccò, che patteggiando proprio alla vigilia della sentenza d’appello avrebbero confermato la colpevolezza del “capo”.

La legge “spazzacorrotti” che equipara la corruzione ai reati di stampo mafioso elimina da quest’anno la possibilità di “godere” di benefici penitenziari.

askanews.it - avvenire.it

Roberto Formigoni resta in carcere: respinta la richiesta di sospensione dell'ordine di carcerazione


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