Due cittadini stranieri, un 19enne marocchino ed un 28enne albanese, sono stati espulsi dall’Italia per motivi legati alla sicurezza dello Stato.
A renderlo noto è il Viminale ricordando che, con questi due nuovi provvedimenti, le espulsioni eseguite dal gennaio 2015 sono salite a 319, di cui 82 effettuate solo nell’anno in corso.
Da quanto si apprende, il giovane nordafricano, noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, era già detenuto in istituti penali per minorenni dai quali era stato recentemente dimesso. Durante il periodo di reclusione, però, era stato segnalato dall’amministrazione penitenziaria per essersi reso protagonista di gravi atti vandalici, di aggressioni nei confronti di altri detenuti e per aver minacciato di morte i poliziotti.
Inoltre, in preda ad un furore ideologico e religioso, avrebbe esaltato le gesta criminali compiute dagli uomini dell’autoproclamato Stato Islamico. Il marocchino è stato, così, rimpatriato dalla frontiera aerea di Malpensa con un volo per Casablanca.
Il cittadino albanese, invece, era giunto in Italia a giugno con l’intenzione di trasferirsi in provincia di Ravenna dove abita la moglie, naturalizzata italiana. L’uomo era già nel mirino dei servizi di sicurezza in quanto negli anni scorsi era stato segnalato, sia in ambito di intelligence che in quello di cooperazione internazionale di polizia, come un cosiddetto foreign fighter coinvolto nel sanguinoso conflitto siro-iracheno.
Un fratello e uno zio della moglie erano stati arrestati nel 2015, nel corso delle indagini antiterrorismo condotte dalla Digos di Brescia, perché avevano cercato di reclutare alla causa jihadista un 17enne tunisino residente in provincia di Como, incitandolo ad andare a combattere insieme agli uomini delle bandiere nere.
La stessa Digos di Ravenna, con il supporto del Servizio per il contrasto all’estremismo e terrorismo esterno, monitorava da tempo il 28enne che è stato espulso dal nostro Paese e rimpatriato a Tirana.
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