Misterioso agguato in una strada del centro a Messina. L'omicida è fuggito - La vittima, guardia del carcere, aveva 23 anni Delitto passionale o vendetta d'un evaso? - Fermato un commerciante
Un giovane agente di custodia,il ventitreenne Salvatore Gentile, nativo di Paola «Cosenza) e in servizio presso le carceri di Messina, e stato assassinato ieri sera, a colpi di Pistola, da uno sconosciuto, che subito dopo il delitto è riuscito a far perdere le tracce. Erano le 19 circa quando il Gentile, terminato il suo turno, è uscito dalla porta principale del carcere di via Consolare Valeria. La strada è abbastanza illuminata e il traffico a quell'ora, era intenso; nessuno, però, avrebbe assistito al delitto.
Pare che il Gentile stesse per salire sulla sua utilitaria (l'auto è stata trovata con lo sportello aperto) quando si sarebbe accorto che un uomo, appostato in un angolo, era uscito allo scoperto e aveva estratto una pistola. La guardia deve aver tentato di rientrare nel carcere, ma lo sconosciuto gli ha sparato. L'agente è caduto ed è stato finito con altri quattro colpi, uno dei quali alla nuca, dallo sconosciuto
Subito dopo, l'omicida è scomparso. Il corpo dell'agente, nonostante l'ora tutt'altro che tarda, è rimasto sul selciato per un quarto d'ora, finché non l'ha notato un ragazzo, che ha avvertito il gestore di un bar, il quale a sua volta ha informato la polizia. Sui possibili moventi del delitto si fanno due ipotesi: la prima (che appare la più probabile) è quella di un retroscena passionale, la seconda (non suffragata da sufficienti elementi di giudizio) attribuirebbe il delitto alla vendetta di un ex carcerato o di un evaso. Il Gentile, durante il servizio prestato fino a pochi mesi fa nel carcere giudiziario di Reggio Calabria, avrebbe intrecciato una relazione con la moglie di un artigiano o, quanto meno, l'avrebbe corteggiata con assidua insistenza. Il fatto era venuto a conoscenza del marito. E' stato fermato un rappresentante di commercio, Bruno Campolo, di 38 anni. Rintracciato nella sua abitazione a Reggio Calabria, è stato portato a Messina dai carabinierie sottoposto ad interrogatorio.
La Stampa 28 novembre 1972