E’ uscito dal carcere per recarsi al lavoro e non è più rientrato. Ora è caccia all’uomo originario di Bagno di Romagna. Enzo Berni, 57 anni, si trovava in carcere a Parma per un delitto commesso nel 1997: l’uccisione del diciasettenne cesenate Tomas Salaroli. Condannato all’ergastolo, aveva scontato 22 anni. Era in semilibertà, una condizione che gli permetteva di poter uscire la mattina per svolgere alcuni lavori manuali.
Da tempo infatti Berni lavorava alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria di Parma e si recava a pochi chilometri dal carcere, alla Certosa, dove svolgeva attività di pulizia. Martedì mattina, come tante altre volte, il detenuto è uscito per recarsi al lavoro. Il rientro in carcere era previsto, come da regolamento, per le 21, ma l’uomo non si è più presentato. Sono scattate immediatamente le sue ricerche, che si sarebbero estese dapprima nel parmense, poi anche al di fuori della provincia. Senza successo, almeno fino a ieri sera.
"E’ un fulmine a ciel sereno – dice il suo avvocato Francesco Minutillo – questa scomparsa che non mi spiego. Mi sembra poco giustificata perché a breve il mio cliente avrebbe goduto della liberazione anticipata". Dopo 26 anni di carcere l’ergastolano può infatti diventare un uomo libero per buona condotta. "Io – prosegue il legale - sono venuto a conoscenza della sua scomparsa (che al momento eviterei di chiamare evasione) perché l’ho cercato in carcere e mi hanno detto che non era rientrato. Ho sentito anche i famigliari anch’essi molto stupiti, visto che il Berni si era sempre comportato bene in carcere. Ci possono essere tante ragioni per cui non è rientrato martedì sera, non ultimo il fatto che si sia sentito male".
Il delitto di cui si è macchiato Berni fu un delitto efferrato, un regolamento di conti. Una fredda esecuzione nelle colline di Santa Lucia la notte del 23 dicembre 1997. La vittima, il 17enne cesenate Tomas Salaroli, fu fatto inginocchiare a terra e un altro ragazzetto della sua età gli puntò alla tempia la pistola. Alle 5.45 vennero esplosi tre colpi di arma da fuoco, mentre altri tre ragazzi assistevano. Il motivo? Un banale litigio, un regolamento di conti appunto, tra la vittima e un componente della banda. La combricola era conosciuta nell’ambiente della microcriminalità cesenate perché dedita al traffico di droga. Enzo Berni fu riconosciuto come il mandante del delitto e fu l’unico condannato all’ergastolo.
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