“E' un bravo ragazzo, lo conosco da tempo, ha moglie e due figli, la moglie lo aspetta, dai lo faccia andare via, garantisco io per lui”: una frase che non solo non aveva smosso alcun istinto all'indulgenza da parte dei poliziotti in servizio, ma che anzi gli è costata una nuova denuncia per favoreggiamento di un latitante, da aggiungere al suo curriculum criminale, e il ritorno in carcere.
Ha avuto un ulteriore risvolto il controllo della volante dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Forlì avvenuto la scorsa settimana tra Faenza e Forlì. La pattuglia fermò una macchina con tre persone a bordo, una dietro dormiva o fingeva di non sentire neanche gli scossoni che gli davano, una donna passeggera si lamentava di avere sonno e chiedeva di essere lasciati andare, ed infine il conducente della Toyota che se ne uscì con la “frase splendida” sperando di far breccia nel rapporto inevitabile che a volte si instaura tra gli operatori delle forze dell'ordine e le “solite” facce a loro note. Ma il “bravo ragazzo” con moglie e figli era un latitante uccel di bosco da due anni e mezzo.
E così dopo l’arresto del marocchino, sono arrivati guai anche alle persone che erano in sua compagnia. Secondo la ricostruzione dei fatti operata, i due, maschio (30enne) e femmina (41enne) italiani, avrebbero compiuto atti idonei per integrare il reato di favoreggiamento personale, proprio per il comportamento tenuto davanti agli agenti, finalizzato a evitare il controllo e quindi cercare di coprire l’amico, colpito da mandato di cattura. I due forlivesi sono stati quindi denunciati alla Procura della Repubblica di Forlì per favoreggiamento personale.
Inoltre, il conducente del veicolo, a causa dei suoi precedenti penali, era in regime di controllo da parte delle forze dell’ordine poiché beneficiario di affidamento in prova ai servizi sociali. Era uscito dal carcere lo scorso anno per scontare un residuo di pena avvalendosi, appunto, di questo particolare beneficio carcerario, che in teoria servirebbe per il reinserimento sociale, trovarsi un lavoro stabile, e non certo frequentare pregiudicati e latitanti, o uscire di casa la notte.
L’episodio dell’altro giorno, invece, ha evidenziato non solo la violazione degli orari imposti per la permanenza in abitazione (erano le 2 di notte ma lui doveva rientrare alle 23 e non uscire prima delle 4) ma anche la frequentazione di pregiudicati e soprattutto, la commissione di un nuovo reato.
A fronte di questi fatti, il Magistrato di Sorveglianza di Bologna, accogliendo la segnalazione inoltrata dalla Polizia di Stato, ha sospeso il beneficio disponendo l’accompagnamento in carcere del soggetto. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito giovedì sera, così che ora egli si trova presso la Casa Circondariale di Forlì, ove peraltro è stato portato, qualche giorno fa, anche il latitante che era dentro la sua auto.
ravennatoday.it