La Procura di Catanzaro ha chiesto e ottenuto che gli agenti di Polizia Penitenziaria Luigi Frassanito e Giovanni Porco, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, vadano direttamente a processo.
I due avrebbero favorito un piccolo traffico di merci e materiale proibito in entrata e in uscita dal carcere a beneficio di diversi detenuti appartenenti alla criminalità organizzata. Inoltre si ipotizza che abbiano fatto da tramite dei boss per veicolare all’esterno informazioni attraverso i così detti pizzini. Una sorta di do ut des dove le monete di scambio sarebbero state denaro o doni vari.
Il principale indiziato di tale illecito, il 47enne Frassanito, secondo i collaboratori di giustizia avrebbe altresì portato avanti un’attività di usura che l’agente della penitenziaria avrebbe esercitato a scapito dei colleghi e non solo. Si sospetta che dopo il suo arresto avvenuto lo scorso mese di giugno Frassanito abbia tentato, grazie a una sua stretta equipe di uomini incarcerati, di recuperare i proventi dell’usura. In questo senso gli inquirenti hanno ottenuto prove schiaccianti della sua attività. Ci sarebbe infatti un’intercettazione ambientale che ha captato un colloquio carcerario con un collega della penitenziaria che si sarebbe indebitato con Frassanito a seguito del quale la Dda ha provveduto a interrogarlo confermando la vicenda.
Questo sarà uno dei temi che verranno toccati dal prossimo 17 dicembre, data di inizio del processo.
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