Dopo scarcerazioni, la cupola della Sacra Corona Unita si stava riorganizzando a Manduria in provincia di Taranto
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MAFIA 41-BIS Dopo scarcerazioni, la cupola della Sacra Corona Unita si stava riorganizzando a Manduria in provincia di Taranto 14/10/2020 

La nuova vita del clan mafioso a Manduria, espressione della ben nota Sacra Corona Unita, la Scu, è stata riprogettata dopo le scarcerazioni di alcuni esponenti criminali di spicco già arrestati nel 2017 con il blitz "Impresa". E' stato detto oggi nella conferenza stampa con cui a Taranto, in Questura, la Polizia di Stato ha spiegato l'operazione "Cupola" che a Manduria ha portato a 23 arresti, 16 dei quali in carcere.

L'accusa è di associazione mafiosa. Presenti alla conferenza stampa, il direttore centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina, il questore di Taranto, Giuseppe Bellassai, e il capo della Squadra Mobile, Fulvio Franco. "Sin dalla scarcerazione di Nazareno Malorgio, nipote del boss storico della Scu, Vincenzo Stranieri, avvenuta il 3 febbraio del 2018,si è infatti dato corso a un nuovo assetto dell'associazione mafiosa a Manduria. In assenza dei capi storici, sono state ridisegnate le posizioni di vertice". E cosi' l'organizzazione criminale, negli ultimi anni, è stata in grado di rigenerarsi mediante la costituzione di un direttivo, una vera e propria "Cupola", i cui indiscussi esponenti sono Giovanni Caniglia, Walter Modeo, Nazareno Malorgio ed Elio Palmisano.

Queste persone, è stato affermato, "ricorrendo all'intimidazione e sfruttando il vincolo associativo, hanno assoggettato l'intero territorio di Manduria". In questo modo avevano il "pieno controllo del traffico illecito di sostanze stupefacenti, delle attività estorsive (anche nella forma della cosiddetta estorsione "ambientale") e delle rapine". Per la Polizia, "l'associazione mafiosa individuata rappresenta il congiungimento di due gruppi criminali un tempo in conflitto tra loro e tuttavia entrambi riconducibili alla Sacra Corona Unita".

Secondo la Polizia, "pur risultando diretta prosecuzione dei clan, dai quali mutua la fama mafiosa e la conseguente forza di intimidazione, il sodalizio in questione risulta caratterizzato da elementi di novità". Infatti, è stato evidenziato, esso "si avvale di una nuova forma di intimidazione non soltanto predatoria e violenta, ma anche silente e simbiotica rispetto al contesto sociale di riferimento, preservando e finanche rafforzando l'egemonia dell'associazione mafiosa originaria attraverso alleanze e patti siglati con i gruppi criminali di territori limitrofi". Precisato infine che hanno partecipato all'operazione i Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato di Bari e Lecce, le unità cinofile antidroga ed antiesplosivo, il nono reparto Volo di Bari nonché le Questure nei cui territori di competenza dimoravano alcune persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi firmati dal gip di Lecce. Per la Direzione distrettuale antimafia di Lecce, ha coordinato l'indagine il sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza.

AGI


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