"La visita di Salvini ieri al carcere di San Gimignano (Si) è stata accompagnata da preoccupanti episodi di protesta di gruppi di detenuti del reparto di media sicurezza che oltre alla battitura delle sbarre hanno incendiato lenzuola ed oggetti e danneggiato suppellettili".
Lo riferisce, in una nota, il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo evidenziando che "la situazione è stata gestita con grande professionalità e responsabilità dal personale penitenziario che ha evitato conseguenze più gravi" e che "quanto accaduto è molto significativo del clima che si sta creando nelle carceri del Paese alimentato dalla destabilizzazione del sistema carcerario e dalla delegittimazione del personale penitenziario".
Ieri l'ex ministro dell'interno ha visitato l'istituto penitenziario di San Gimignano per portare la solidarietà agli agenti, quindici dei quali sono indagati dalla procura di Siena, che contesta anche il reato di tortura, per un presunto pestaggio ai danni di un detenuto. Di Giacomo aggiunge: "Lo abbiamo detto a caldo e lo ribadiamo: spostare tutta l'attenzione mediatica sui presunti pestaggi di detenuti che sarebbero avvenuti nel carcere di San Gimignano è un'operazione che contiene il rischio di delegittimare tutto il personale di Polizia Penitenziaria degli istituti italiani che è già costretto a difendersi da mille attacchi dentro e fuori il carcere. Siamo dunque dalla parte degli agenti e prima di esprimere condanne pesanti e definitive attendiamo il procedimento giudiziario".
"Ma soprattutto - prosegue Di Giacomo - siamo fortemente preoccupati perché il nuovo Governo potrebbe riportare quella 'speranza' tra detenuti, specie appartenenti alla criminalità organizzata, della concessione di nuovi benefici a partire dall'abolizione del 41 bis che era già un' idea dell' ex ministro Orlando, oggi alleato politico del ministro Bonafede, subito dopo la morte di Totò Riina. Sembra dunque prevalere la linea 'buonista' M5s-Pd che è destinata a produrre nella popolazione carceraria nuove tensioni".
Il segretario del Spp conclude: "Non si sottovaluti ulteriormente: la delegittimazione del personale penitenziario, da una parte, rafforza i gruppi criminali e mafiosi che nelle carceri puntano al controllo totale e a proseguire l'attività impartendo ordini a quanti sono in libertà, come accade con i boss della mafia intercettati al telefono, oltre ad incrementare le aggressioni agli agenti, centomila volte maggiori del 'caso San Gimignano'; dall'altra, equivale alla resa incondizionata dello Stato. Purtroppo dal nostro osservatorio giungono segnali sempre più allarmanti che rivolte, liti, ritrovamenti di telefonini e sim, droga, armi contundenti confermano, circa una situazione che vede gruppi di carcerati approfittare dell'indebolimento dell'autorità imponendo la loro autorità".