Presidente: Rumor (dc).
Vice Presidente: De Martino (psi).
Ministri senza portafoglio: Bosco (dc, Incarichi speciali); Mazza (dc); Taviani (dc, Cassa per il Mezzogiorno); Gatto (dc, Riforma pubblica amministrazione); Lauricella (psi, Ricerca scientifica); Carlo Russo (dc, Rapporti col Parlamento).
Esteri: Nenni (psi).
Interno: Restivo (dc).
Grazia e Giustizia: Gava (dc).
Finanze: Reale (pri).
Tesoro: Colombo (dc).
Bilancio e Programmazione: Preti (psi).
Difesa: Gui (dc).
Pubblica Istruzione: Sullo (dc).
Lavori Pubblici: Maricini (psi).
Agricoltura: Valsecchi (dc).
Trasporti ed Aviazione civile: Mariotti (psi).
Poste: Ferrari Aggradi (dc).
Industria e Commercio: Tonassi (psi).
Lavoro e Previdenza Sociale: Brodolini (psi).
Commercio con l'Estero: Vittorino Colombo (dc).
Marina Mercantile: Lupis (dc).
Partecipazioni statali: Forlani (dc).
Igiene e Sanità: Ripamonti (dc).
Turismo e Spettacolo: Natali (dc).
Gli uomini nuovi ed i confermati Roma, 12 dicembre. Del primo governo Rumor fanno parte 21 deputati e 6 senatori. Rispetto al precedente governo risultano confermati nell'incarico di ministro: Mazza, Restivo, Ferrari Aggradi, Emilio Colombo, Gui, Natali, Bosco e Carlo Russo. Non tenendo conto dei mi¬ nisteri senza portafoglio (il cui incarico verrà precisato in Consiglio dei ministri) sono confermati nello-stesso dicastero: Restivo (Interno), Colombo (Tesoro), Gui (Difesa). Passano da un ministero all'altro: Russo (dal Commercio con l'estero a ministro senza portafoglio); Bosco (dal Lavoro a ministro senza portafoglio); Ferrari Aggradi (dalle Finanze alle Poste); Natali (dai Lavori Pubblici al Turismo).
Ricoprono per la prima volta incarico di ministro: Eugenio Gatto, Valsecchi, Vittorino Colombo, Porlani, Ripamonti, per i democristiani; per i socialisti: De Martino, Lauricella, Tarlassi, Brodolini e Lupis.
Questa la suddivisione per regioni in base al luogo di nascita dei ministri: Veneto (Rumor, Gatto, Gava e Gui); Campania (De Martino, Bosco, Mazza e Sullo); Sicilia (Lauricella, Restivo e Lupis): Lombardia (Valsecchi, Vittorino Colombo e Ripamonti); Emilia Romagna (Nenni e Preti); Marche (Brodolini e Forlani); Puglie (Reale); Basilicata (Emilio Colombo); Calabria (Mancini); Toscana (Mariotti); Sardegna (Ferrari Aggradi); Molise (Tanassi); Abruzzi (Natali).
Non sono rappresentate le regioni del Lazio, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta, Umbria. L'on. Mariano Rumor, che per la prima volta è presidente del Consiglio, è nato a Vicenza il 16 giugno 1915. Laureato in lettere, dopo la guerra fu tra i fondatori delle Acli e primo presidente di questa organizzazione nel Vicentino. Eletto a 31 anni nella Assemblea costituente, da allora è sempre stato riconfermato alla Camera. Collaboratore di De Gasperi, fu sottosegretario all'Agricoltura nel settimo governo De Gasperi ed in quello successivo dì Fella. Dopo il congresso di Napoli fu nominato vice segretario della de, e nel '59 chiamato a reggere la segreteria con Zoli, Piccioni, Gui. Divenne titolare del ministero dell'Agricoltura con Segni, Tambroni, Fanfani e dell'Interno con Leone. Dal 2*7 gennaio '64 è segretario della de. Ricerca Scientifica). Il quarto posto è andato così ai demartiniani.
Tutto ciò avrà riflessi nella guida del psi. Secondo gli accordi, nel comitato centrale che sì terrà all'inizio di gennaio, anche per sostituire i membri della direzione entrati nel governo, sarà eletto un nuovo segretario: il demartiniano Bertoldi che affiancherà Carìglia. Una delle presidenze dei gruppi parlamentari, probabilmente quella del Senato, sarà assunta da un demartiniano (Pieraccini) ove l'attuale capo dei senatori, Zannier, entri al governo come sottosegretario. Resta emarginata la corrente di Giolitti. oltre quella di Lombardi che considera superato il centro-sinistra. Più complesse e incerte le prospettive interne della de. Il non ingresso del vicesegretario Piccoli nel governo ha fatto j sorgere una concorrenza Piccoli-Moro nella corsa alla segreteria del partito con la nuova maggioranza.
Per adesso nessun indizio preciso è ancora emerso sugli orientamenti dei gruppi che dovrebbero confluire nella nuova maggioranza.
La Stampa, 13 dicembre 1968