Durante l'audizione in commissione Antimafia, Nino Di Matteo, consigliere del Csm, ha segnalato le disfunzioni sulla gestione dei detenuti al 41-bis: "Negli ultimi anni, non soltanto da quando è ministro Bonafede, avevamo colto dei segnali su problematiche serie che riguardavano il 41-bis. Cinquantuno detenuti de L'Aquila, dove vengono detenuti tra i più pericolosi, si sono messi d'accordo per chiedere un'audizione al magistrato di sorveglianza. E' un segnale della disfunzione del sistema. Non è fisiologico che 51 detenuti al 41-bis possano parlare da un piano all'altro. Tante volte mi sono trovato, da pm e da sostituto procuratore nazionale Antimafia, a fare i colloqui investigativi. In molte di quelle occasioni ho constatato il timore dei soggetti a rendere interrogatorio e di essere notati dagli altri soggetti.
Tante volte nel processo sulla trattativa Stato-Mafia è stato evidenziato che in molte occasioni i detenuti al 41-bis potevano interloquire".