"Ho presentato esposto alla Procura nazionale antimafia e a varie Procure che dimostrano che c’è una regia unica dietro ciò che è successo e sta succedendo nelle carceri negli ultimi mesi. A Santa Maria Capua Vetere la situazione è esplosiva, con atteggiamenti di sfida dei detenuti dell'Alta Sicurezza, tutti reclusi per reati di mafia, verso la Polizia Penitenziaria e l'intero sistema".
E’ quanto ha detto il segretario generale del sindacato della Penitenziaria SPP Aldo Di Giacomo nel corso di una conferenza stampa tenuta all'esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove ieri oltre un centinaio tra detenuti e detenute dei reparti di Alta Sicurezza Tamigi e Senna, si sono barricati nell'area parcheggio per ore, lamentando la sospensione, disposta dal Dap, delle video-chiamate e della sorveglianza dinamica.
Di Giacomo ha poi affermato che "ormai si sta andando verso uno smantellamento del sistema antimafia, imperniato sul 41bis, che ha consentito di salvare vite dal carcere, scoprendo ed evitando attentati, anche tramite i collaboratori di giustizia. Gli unici interventi legislativi previsti nel breve - ha aggiunto il sindacalista - sono proprio quelli che tagliano il 41bis, che vanno ad incidere sulle ore di isolamento dei detenuti, che rimuovono l'articolo 4bis dell'ordinamento penitenziario, che impedisce a particolari categorie di detenuti di usufruire dei permessi. Si va verso un pericoloso 'libera tutti', come dimostra il fatto che in questi mesi di pandemia è stato esteso lo strumento della sorveglianza dinamica ai detenuti dei reparti di Alta Sicurezza, ovvero elementi dei clan di camorra, 'ndrangheta, Cosa nostra, che non ne avrebbero solitamente diritto; ora che il Dap lo ha sospeso, i detenuti protestano. Noi - conclude Di Giacomo - saremo sempre al fianco delle vittime”.
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