EVENTI CRITICI Detenuto uccide compagno di cella con lo sgabello: voleva il suo accendino 30/03/2019
Tutte le notizie dal carcere: CC - VITERBO N.C.
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Ucciso a colpi di sgabello dal compagno di cella. Le sue urla hanno richiamato gli agenti della penitenziaria. Giuseppe Delfino, 62 anni, è morto quasi senza un perché. Era un povero, senza casa e senza lavoro. A Viterbo lo vedevano spesso a Porta Romana, a due passi dalla Caritas dove andava a mangiare. In carcere a Mammagialla era finito l’estate scorsa per vecchi reati commessi tra il 2011 e il 2012: minacce e resistenza a pubblico ufficiale. Avrebbe scontato la pena ai domiciliari se avesse avuto una casa.
Morto in ospedale
Ma Giuseppe non ce l’aveva. Chiedeva l’elemosina. Frequentava il Sert. Dormiva a volte per strada, a volte da conoscenti. Interrotti tutti i rapporti con la famiglia, l’ex moglie e un figlio. Dopo la raffica di colpi di sgabello in testa e sul viso, era ancora vivo ma in condizioni disperate. All’ospedale Belcolle di Viterbo i medici hanno tentato invano di operarlo: è morto intorno alle 3 del mattino. La procura sta cercando di capire cosa sia successo venerdì sera dentro quella cella del penitenziario viterbese, reparto detenuti per reati comuni.
L’aggressore in carcere per tentato omicidio
Il compagno di cella, Singh K., 35 anni, non ha detto molto al pm Franco Pacifici, che lo ha interrogato in carcere. A suo carico c’è un provvedimento di fermo per omicidio, sulla cui convalida il gip del tribunale viterbese deciderà lunedì. L’uomo ha confessato e si è scusato ma il suo racconto è stato scarno: ha discusso con Giuseppe e l’ha colpito con uno sgabello di legno, non è chiaro se per primo o per difendersi. Dell’aggressore si sa che faceva lavori saltuari, per lo più di agricoltura e pastorizia. Viveva a Cerveteri. Un mese e mezzo fa, la sera di San Valentino, ha accoltellato un conoscente, un uomo di 70 anni che lo aveva ospitato in casa. I carabinieri di Cerveteri lo hanno arrestato per tentato omicidio e portato al carcere di Civitavecchia, ma dopo poco è stato trasferito a Viterbo.
roma.corriere.it
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