Singolare evasione l'altra sera dall'Istituto penale minorile di corso Montella di un giovane detenuto, che è riuscito ad eludere la sorveglianza fino a raggiungere, attraverso gli uffici amministrativi, l'uscita del carcere. Protagonista un ragazzo egiziano di 20 anni, con leggeri problemi psichici, che era stato inserito tra i lavoranti esterni. Da quanto è dato sapere, sabato sera, intorno alle ore 20, il giovane, approfittando della sua condizione, è passato attraverso il reparto lavoranti esterni, che si trova nei pressi del cortile interno, nell'ala destra dell'edificio, fino a raggiungere indisturbato l'ascensore che consente di accedere agli uffici amministrativi. Da qui gli è stato facile eludere la sorveglianza alla portineria.
Il ragazzo, detenuto da circa due anni nel penitenziario di Airola per rapina, era proveniente da altri istituti, dove aveva creato problemi comportamentali per i suoi disturbi psichici ed il suo comportamento aggressivo, in modo particolare quando si innervosiva.
Il personale di sorveglianza si è accorto della sua assenza solo alcune ore più tardi, durante il giro periodico dei controlli, dopodiché è scattato l'allarme. Immediatamente sono stati informati il Dipartimento di Giustizia minorile, la Procura, il magistrato di sorveglianza e le forze dell'ordine, che ora lo stanno cercando sul territorio, in particolare i carabinieri del comando di Montesarchio. Intanto, nella giornata di ieri è giunta una prima ispezione interna da Napoli e da Roma, per fare chiarezza su quanto è accaduto. Da accertare soprattutto le autorizzazioni e le condizioni favorevoli, che di solito concede il magistrato di sorveglianza, necessarie al giovane, che soffre di disturbi psichici, per trovarsi tra i lavoranti esterni.
IL PRECEDENTE
Un altro tentativo di evasione è stato sventato a febbraio, in cella d'isolamento grazie al tempestivo intervento degli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio nell'Istituto penale minorile. In quel caso a tentare la fuga era stato un detenuto maggiorenne già noto alla direzione della struttura carceraria per le sue ripetute intemperanze, che, servendosi di un arnese rudimentale, ricavato dai pioli di uno sgabello metallico, aveva praticato un foro nella parete tufacea che dà sul cortile interno dell'istituto.
A far fallire il piano l'intervento delle guardie di Polizia Penitenziaria nel corso dei consueti controlli effettuati alle celle. Il nuovo episodio dell'altra sera evidenzia una serie di criticità della struttura soprattutto sotto il profilo della sicurezza e ripropone il dibattito sull'opportunità o meno di tenere in carceri minorili detenuti uomini fino a 25 anni che, alle volte, si rendono protagonisti di episodi di aggressione.
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