Ha patteggiato, di fronte al giudice Laura Russo. due anni e otto mesi per i reati di evasione, resistenza e lesioni. Potrebbe dunque uscire di galera nel 2033 Abdelhamid Salmane: il carcerato marocchino di 25anni che verso le nove dello scorso 26 aprile era scappato dalla custodia degli agenti della penitenziaria mentre si trovava all’ospedale Borea per una visita medica programmata.
La sua fuga – con le manette ai polsi – era poi finita verso le 20 dello stesso giorno, quando era stato acciuffato dagli agenti della polstrada, a pochi passi dal commissariato di PS.
Durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto, il 28 aprile scorso nel carcere di Valle Armea dove era ed è attualmente detenuto, Salmane, assistito dall’avvocato imperiese Tania Di Marcoberardino, ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee. Sostanzialmente, di fronte al pm Alessandro Bogliolo, Abdelhamid ha detto che il gesto era stato dettato dalla disperazione di non poter tornare a Genova dove viveva.
Il marocchino, che deve scontare una lunga pena detentiva (prima era fino fino al 2030) per tutta una serie di reati commessi, tra i quali un tentato omicidio, per un accoltellamento plurimo, era stato trasferito nel carcere sanremese da quello genovese e vorrebbe tornare nella Città della Lanterna dove ha amici, famiglia (il fratello gestisce un ortofrutta), la possibilità di ricevere visite e quella di studiare, cosa che non può fare nel penitenziario di Valle Armea. Nel carecre di Marassi, verso il quale aveva più volte chiesto il trasferimento, Salmane stava studiando per diventare perito grafico.
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