“Abbiamo ascoltato risposte elusive della reale situazione che investe il personale di Polizia Penitenziaria che lavora nelle carceri italiane, rispetto alla fornitura di dispositivi di protezione (DPI) a tutti gli agenti e restiamo esterrefatti dall’assenza di dati circa il numero dei detenuti in quarantena e del numero degli agenti che si contano tra i contagiati, mentre non risultano ancora attuabili piani di intervento nel caso in cui si verifichino più casi all’interno delle sezioni detentive” questo è il commento del Presidente dell’Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria (USPP) Giuseppe Moretti rispetto alle risposte fornite dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in audizione alla Camera dei Deputati.
“Al di la delle parole di ringraziamento e prendendo atto del numero di mascherine (199.126) e guanti (770.000) che sarebbero state già consegnate è del tutto evidente “che il Ministro della Giustizia nel fare solo una cronologia di disposizioni dipartimentali in gran parte non attuabili, è falso che tutti gli operatori penitenziari siano dotati di dispositivi di protezione e soprattutto ne è sprovvisto o non viene autorizzato ad utilizzarle chi lavora nei posti più esposti quali sono le sezioni detentive”.
“Molto approssimativo” prosegue Moretti “il fatto che si stia riempiendo le carceri di telefoni cellulari senza che a tutt’oggi siano disciplinate le modalità di utilizzo di apparecchi certamente meno controllabili del sistema Skype”.
Per il rappresentante dell’USPP “il Ministro dovrebbe fornire numeri certi sul personale contagiato e preoccuparsi del fatto che la maggior parte delle organizzazioni sindacali hanno interrotto le trattative con il vertice dipartimentale, del quale anche molte compagini politiche ne chiedono le dimissioni, ma anche accettando consigli e soluzioni ai problemi stratificati che sono arrivati ad un punto limite e che devono portare ad un cambio di marcia con un’assunzione di responsabilità di livello superiore a quello attuale”.
“In questo contesto” conclude Moretti “riteniamo che dovrebbe intervenire anche per riequilibrare alcuni ruoli offuscati da figure esterne come totalmente il Garante Nazionale dei Detenuti Mauro Palma che sembra sia l’unico titolato a rappresentare le problematiche del sistema penitenziario, visto che spesso dimentica di ricordare il duro lavoro che svolge la Polizia Penitenziaria quasi fosse del tutto ininfluente alla tenuta del sistema carceri. Interventi, che si aggiungono a quelli di altri organismi non istituzionali, che in questi momenti di grande difficoltà non fa altro che alimentare aspettative nei detenuti ristretti aumentando le tensioni interne”.
Comunicato USPP
Questione carceri: le risposte del Ministro Bonafede al Parlamento