Comunicata la decisione della Corte Europe dei Diritti Umani (Corte EDU) su ricorso dell'Italia sul caso del detenuto Marcello Viola. La Corte ha ritenuto che la pena detentiva inflitta al ricorrente Marcello Viola, ai sensi dell'articolo 4 bis della legge sull'Ordinamento Penitenziario italiano (il cosidddetto ergastolo ostativo), abbia "eccessivamente limitato le sue prospettive di rilascio e la possibilità di revisione della sua sentenza".
La Corte Europea per i diritti umani ha stabilito che l'Italia ha violato la Convenzione Europea per i diritti umani, in particolare il divieto di trattamento disumano o degradante contenuto nell'articolo 3, con la norma che prevede il cosiddetto ergastolo ostativo, ovvero l'impossibilità per il condannato a questa pena di fare domanda di riduzione o di applicazione di attenuanti. "La Corte ha ribadito che la dignità umana è alla base del sistema della Convenzione" ha scritto la Corte nel comunicato che annuncia al sua decisione. "E'inammissibile privare le persone della loro libertà senza che possano lottare per la loro riabilitazione e senza fornire loro la possibilità di riguadagnare quella libertà in futuro"".
Tuttavia, avverte la Corte europeoa, "gli stati firmatari della Convenzione godono di un ampio margine di discrezionalità nel decidere la durata adeguata delle sentenze in carcere e il fatto che un ergastolo possa essere scontato fino in fondo non significa che non possa esservi una riduzione della pena. Di conseguenza, la possibilità di revisione di un ergastolo comporta che i condannato possa chiedere una riduzione di pena e non necessariamente la sua liberazione se continua aporre un rischio per la società".
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