Due giovani uomini tunisini (uno dei quali uscirà a breve) hanno ottenuto dalla direzione del carcere Due Palazzi di Padova, di poter stare nella stessa cella dopo aver fatto outing in carcere, firmando anche una dichiarazione sulla loro volontà di sposarsi.
Fa discutere il caso segnalato da Alberta Pierobon sul Mattino: il sindacato di Polizia Penitenziaria è insorto: "Non è questo il modo di affrontare il problema dell’affettività in carcere, di fatto favorendo coppie omosessuali di detenuti o detenute".
Il sindacato specifica inoltre che quella di Padova risulterebbe l’ultima di una lunga serie di autorizzazioni in questo senso in ambito nazionale. «I casi sono decine e decine», aggiunge e continua specificando che oggi il sistema utilizzato per mantenere relazioni affettive con il proprio partner è quello dei permessi premio, periodo da trascorrere in famiglia che il magistrato di sorveglianza concede ai detenuti meritevoli.
I due detenuti in questione» spiega Claudio Mazzeo, direttore della casa di reclusione Due Palazzi «come qualsiasi altra persona dichiaratamente omosessuale, per motivi di sicurezza noi la mettiano in un reperto protetto. Perché non sono bene accetti dal resto dei detenuti. Anche i due tunisini sono quindi in una sezione protetta, e nella stessa camera».