Torna in carcere il collaboratore di giustizia messinese Gaetano Barbera . La Squadra Mobile ha dato esecuzione all’ordinanza del gip di Messina, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di Barbera, attualmente collaboratore di giustizia, e della sorella Maria, accusati di detenzione e porto illegale di arma comune da sparo. Nei confronti dell’uomo è stata disposta la misura cautelare in carcere, per la sorella gli arresti domiciliari. La procura di Messina sta provvedendo a chiedere la revoca del programma di protezione e dei benefici penitenziari.
Le indagini hanno accertato che il pentito, ritenuto attendibile, aveva ripreso a delinquere. Gaetano Barbera, che ultimamente viveva in una località protetta, era intervenendo a difesa di un proprio amico, al quale criminali locali avevano sottratto un orologio a garanzia di un loro credito, ha ingaggiato con uno di essi una violenta colluttazione in un bar. La reazione di Barbera ha indotto l’altro a restituire l’orologio.
Ma quell’episodio poteva determinare una vendetta da parte della delinquenza locale, per questo motivo Barbera si era armato di pistola, che gli è stata materialmente consegnata a domicilio dalla sorella Maria, partita in treno da Messina per armare il fratello raggiungendolo nella località protetta.
La pistola, però, è stata trovata e sequestrata nel corso di una perquisizione.
Gaetano La Barbera è personaggio noto per il suo spessore criminale. Sottoposto a diversi procedimenti per i suoi legami con i clan di Giostra e successivamente a quello di Marcello D’Arrigo, è ritenuto responsabile degli omicidi di Stefano Marchese, Francesco La Boccetta, Sergio Micalizzi e Roberto Idotta.
Ha iniziato a collaborare nel 2013, rendendo dichiarazioni attendibili e riscontrate. Il suo ritorno a delinquere ha determinato nuove indagini a suo carico. Ora la richiesta di revoca del programma di protezione.
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