Via libera nella notte dal Consiglio dei Ministri a un decreto che nell'ambito dell'emergenza Covid-19 mira a contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell'attività giudiziaria e a potenziare il Servizio sanitario nazionale. Il provvedimento è stato proposto dal premier Giuseppe Conte e dai ministri della Giustizia Alfonso Bonafede e della Salute Roberto Speranza.
In considerazione della necessità di riorganizzare le attività, il decreto prevede, dalla data di entrata in vigore, l’applicazione per 15 giorni del regime di sospensione feriale che partirà da lunedì.
Le misure adottate per tribunali e uffici giudiziari, dopo le due settimane di sospensione feriale, coprono un periodo "fino al 31 maggio", la scelta "per non creare un periodo troppo ristretto che avrebbe posto la necessità di proroghe, ciò non toglie che se l'emergenza avrà conclusione molto tempo prima, come ci auguriamo che sia, riporterà pian piano gli uffici giudiziari all'ordinaria attività". Lo dice il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al termine del Cdm. Gli "uffici giudiziari in aree con contagi inferiori potranno organizzarsi in maniera diversa - chiarisce il Guardasigilli - a seconda delle esigenze si organizzeranno per tutelare la salute pubblica". (ANSA)
Cambierebbe poco, invece, la vita per i detenuti all'epoca del coronavirus: nella bozza iniziale, nessun riferimento a eventuali limiti a colloqui con i familiari in carcere né ai trasferimenti per visite mediche esterne. Tanto meno su mascherine, guanti monouso e disinfettanti nei penitenziari. Unica novità messa per iscritto è sulle udienze in videoconferenza, non più in aula, per chi sta in carcere o in custodia cautelare.
Bonafede su Facebook
In un post pubblicato su Fb il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: "Con il decreto legge approvato ieri sera in Consiglio dei Ministri, abbiamo deciso che per le prossime due settimane (dal 8 marzo fino al 22 marzo) saranno sospesi termini e udienze su tutto il territorio nazionale. L’unica attività consentita sarà quella urgente e improrogabile, in analogia a quanto previsto dalla Legge n. 742/1969 per la sospensione feriale di procedimenti e udienze.
In questo intervallo di due settimane, i vertici degli uffici giudiziari avranno la possibilità di poter organizzare l’attività giudiziaria che riprenderà dal 23 marzo con tutte le cautele e le misure previste nel decreto legge a tutela della salute degli addetti ai lavori e degli utenti della giustizia.
Si tratta di misure organizzative per evitare assembramenti e contatti ravvicinati tra le persone all’interno dell’ufficio giudiziario: regolazione degli orari e dell’accesso del pubblico agli uffici, ricorso “rafforzato” alle tecnologie telematiche e alle videoconferenze per le udienze, possibile celebrazione delle udienze a porte chiuse.
Inoltre, prevediamo anche che i capi degli uffici giudiziari, sentita l’autorità sanitaria e il consiglio dell’ordine degli avvocati, potranno, in ragione di emergenze epidemiologiche certificate, rinviare le udienze non urgenti e i termini nei procedimenti civili e penali a data successiva al 31 maggio.
La giustizia va avanti nel pieno e totale rispetto della salute di tutti coloro che accedono negli uffici giudiziari."
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