Cassazione: "anche il letto è uno spazio vivibile". Detenuto perde il ricorso e non viene risarcito
Home > NOTIZIE

 

NOTIZIE Cassazione: "anche il letto è uno spazio vivibile". Detenuto perde il ricorso e non viene risarcito 16/09/2019 

"Sopra si può stare seduti". La Cassazione rigetta il ricorso di un detenuto al Due Palazzi che aveva lamentato di vivere nella condizioni di sovraffollamento in cella. Lui si era appellato al fatto che la Sorveglianza aveva considerato "vivibile" lo spazio dove invece c'era il suo letto singolo. La Cassazione ha stabilito che lo spazio del letto va considerato superficie vivibile, libera "in quanto è utilizzabile per stare seduti, per leggere, oltre che per dormire", il trattamento è inumano sotto ai 3 metri per ciascun detenuto.

Il detenuto è Marcello Albini, friulano di Udine, 44 anni finito nei guai per vari reati. Il detenuto ricorre contro l'ordinanza del 20 febbraio scorso del Tribunale di Sorveglianza di Venezia che gli ha parzialmente negato il risarcimento con riferimento alla detenzione patita alla Casa di reclusione di Padova. Nell'unico motivo citato il ricorrente denuncia una violazione di legge e vizio di motivazione, sostenendo che il giudice nel valutare le condizioni di sovraffollamento della camera di pernottamento, abbia tenuto conto, nella misurazione dello spazio utile di vita, della superficie del letto singolo a lui assegnato.

"Questa Corte ha già spiegato che, ai fini della determinazione dello spazio individuale minimo intramurario, pari o superiore a tre metri quadrati - da assicurare a ogni detenuto, affinché lo Stato non incorra nella violazione del divieto di trattamenti inumani o degradanti" recita la Cassazione "dalla superficie lorda della cella devono essere detratte l'area destinata ai servizi igienici e quella occupata da strutture tendenzialmente fisse; tra queste devono essere inclusi il letto, ove questo assuma forma e struttura "a castello", e gli armadi, appoggiati o infissi stabilmente alle pareti o al suolo, mentre non rilevano, e vanno pertanto espunti, gli altri arredi facilmente amovibili come sgabelli o tavolini. Non va, quindi, detratto lo spazio occupato dal letto singolo, sulla scorta del fatto che esso è utilizzabile anche per restare seduti e per leggere, oltre che per riposare.

Tra luglio e settembre del 2014 al tribunale di Sorveglianza padovano si verificò il picco di questa tipologia di casi: 500 ricorsi finiti sul tavolo dei tre giudici di Sorveglianza padovani per la detenzione sotto i requisiti minimi vitali, presentati da altrettanti detenuti ospiti nella casa di reclusione padovana e nell'istituto di pena di Rovigo. Reclami, in quasi tutti i casi, scritti di pugno dagli "ospiti" (l'assistenza di un legale è chiesta solo per l'udienza davanti al giudice). Il tutto dopo il risarcimento ad un detenuto albanese, quarantenne, costretto a stare dietro le sbarre in uno spazio inferiore al minimo vitale (sotto i tre metri quadrati a persona). Gli è stato riconosciuto per il "trattamento disumano e degradante" a causa del sovraffollamento con un ristoro di 4.808 euro, oltre al beneficio di uno sconto di 10 giorni rispetto alla pena definitiva. Pochi vinsero.

ilmattino
 


Google News Penitenziaria.it SEGUICI ANCHE SU GOOGLE NEWS