Ennesimo allarme dei sindacati di Polizia Penitenziaria. “Se non arrivano rinforzi il carcere di Sulmona rischia la chiusura” affermano. “Abbiamo preso atto da un organo di stampa che alcuni esponenti sindacali di una non meglio identificata sigla avrebbero affermato che Sulmona non soffrirebbe di carenza organica e che i problemi di sicurezza, prima ancora che quelli legati alla sofferenza del diritto del personale, sono da ricondurre esclusivamente alla mancata attuazione di una politica di rivisitazione del modello organizzativo. -A dirlo, dopo averlo chiaramente letto sul web oltre che sui social, sono i rappresentanti del cartello sindacale unitario Oreste Leombruni (Osapp), Mauro Nardella (UIL PA), Francesco Tedeschi (CISL FNS) e Giuseppe Mazzagatta (Uspp) ai quali si aggiunge anche il rappresentante locale del Sappe Gionni Biondi. Affermare una cosa del genere, soprattutto se proveniente da ambienti sindacali, rappresenta lo scandalo più assoluto visto che i numeri che di seguito riportiamo, parlano molto chiaro.
“Nel 1994, anno di apertura del penitenziario in terra peligna, a coprire i vari posti di servizio vi erano ben 327 unità di Polizia Penitenziaria. Di questi più di 260 quelli facevano capo al ruolo pilastro del carcere ( agenti e assistenti), quello cioè che regge con i suoi fondamentali la sorveglianza e la sicurezza del penitenziario. Quello, inoltre, era il periodo in cui ad essere ospitati in istituto vi erano poco più che ladri di polli. Tra essi vi erano annoverati, infatti, obiettori di coscienza, internati, media sicurezza e sole due sezioni di alta sicurezza. La sezione collaboratori invece era gestita da 20 persone extra organico del Gruppo Operativo Mobile e che si aggiungevano alle 327 unità del quadro permanente.
Oggi, con un personale di Polizia Penitenziaria che ha visto passare la sua età media dai 35 anni degli anni 90 ai 50 attuali e con più di 400 detenuti molti dei quali pluriergastolani e provenienti da ambienti criminali quali Cosa Nostra, Ndrangheta, Camorra, Stidda, Sacra Corona Unita, Mafia Nigeriana eccetera; che hanno ( circa 70 di loro) vissuto l’ambiente di cui al regime del 41 bis e senza contare i tanto discussi collaboratori di Giustizia che non ancora si riesce a capire il motivo per cui insistono nella struttura di piazzale vittime del dovere attesa la loro totale incompatibilità con il circuito in essere, ci ritroviamo a dover gestire il penitenziario con una pianta organica che sulla carta dovrebbe prevedere 267 unità ( -60 rispetto al 1994 ) ma che allo stato attuale ne vede all’opera sole 244 unità 191 dei quali, su 216 previsti dalla pianta organica di cui al Decreto Ministeriale del 2017, rientranti nella sfera del ruolo pilastro – ricordano i sindacati – A rendere ancora più surreale il tutto concorre il lavoro fatto che, da un apposito gruppo di lavoro messo in campo dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, al netto di un nuovo padiglione che presto assegnerà alla “comunità” sulmonese altri 200 seri criminali e di un’età media che andrebbe assolutamente alleggerita e che concorre a complicare il tutto ( minore resistenza psicofisica, maggiori diritti soggettivi visto che rispetto ai 33 giorni annui di congedo ordinario previsto per un agente medio del Nord Italia il poliziotto di Sulmona conta 45 giornate di ferie all’anno anche se decine contano più di 150 giorni di arretrato) la pianta organica riconosciuta al penitenziario ovidiano risulta essere così ripartita: 4 commissari; 33 ispettori; 31 Sovrintendenti; 247 agenti e assistenti ( ruolo pilastro). Totale 315. Solo un cieco non si renderebbe conto della gravità della situazione che si sta vivendo a Sulmona. Turni costantemente ad otto ore (unico caso in Abruzzo visto che altrove si viaggia per lo più sulle 6 ore per turno) e un personale eccessivamente anziano per sopportare carichi di lavoro così aumentati non depongono a favore di un futuro prossimo degno di essere definito sicuro”.
“A peggiorare le cose ci penseranno a breve, qualora il signor Ministro Bonafede non prenderà seri provvedimenti, l’invio al corso di Sovrintendente di 26 unità del ruolo pilastro che farebbero scivolare tragicamente questo ruolo a 165 unità rispetto alle 216 previste e, per di più, con 200 detenuti in più da sorvegliare. Il Cartello Unitario ha inviato una richiesta di incontro urgente alla Prefetto Dell’Aquila Cinzia Torraco affinchè, in qualità di responsabile della sicurezza a livello provinciale, venga messa nelle condizioni di conoscere meglio la difficilissima situazione venutasi a creare. Per quanto attiene la protesta attivata ed avvalorata dal trattamento subìta dai colleghi del carcere di Santa Maria Capua Vetere e, soprattutto, dall’aggressione subita da tre poliziotti presso il reparto collaboratori che sta concorrendo, con le loro assenze, a mettere ancor più in ginocchio un istituto oramai colabrodo tanto da aver portato la stessa Direzione a minacciare la chiusura parziale del carcere chiosano Leombruni, Nardella,Tedeschi, Mazzagatta e Biondi- il cartello sindacale unitario ha indetto per le giornate del 25 e 26 prossimi venturi l’astensione dalla mensa di tutto il personale. Per ovviare al problema della cena, attraverso una raccolta fondi attivata dalle organizzazioni sindacali rappresentanti il cartello unitario” concludono i sindacati.
reteabruzzo.com