Il perdurare dello sciame sismico, seppur costellato da scosse di intensità molto lieve, accompagnate dalla parole del Capo della Protezione Civile Angelo Borelli, che non escluderebbe “scosse di magnitudo superiori alle massima già registrate” il 14 e il 16 agosto, hanno indotto il Direttore del penitenziario di Campobasso, Mario Giuseppe Silla, a scrivere al Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria di Abruzzo, Lazio e Molise per chiedere “un sopralluogo tecnico urgente” della struttura penitenziaria “per la salvaguardia della pubblica incolumità e quella della popolazione detenuta”. Terremoto che ha creato problemi anche al carcere di Larino non strutturali ma all’impianto elettrico facendolo saltare.
Il carcere di Campobasso è situato nel centro cittadino ed è una struttura ottocentesca. Lo stato del fabbricato non è ottimale perché, già prima del terremoto ferragostano, “era interessato da precarietà strutturale, in molte zone dell’edificio: muro di cinta con perdita continua di calcinacci e mattoncini di rivestimento, cornicioni del blocco centrale uffici, caserma ed alloggi in evidente stati di degrado” scrive nella missiva indirizzata al Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria di Abruzzo, Lazio e Molise il direttore Silla. L’evento sismico, per il dirigente del penitenziario molisano, avrebbe aumentato queste criticità che lo stesso dirigente aveva, comunque, fatto presente già a gennaio e agosto del 2017 e nell’aprile del 2018.
Complessivamente nella struttura di via Cavour sono presente 73 stanze: le sezioni detentive sono blocchi “palazzine separate l’una dall’altra, a piani sovrapposti -piano terra, primo e secondo piano – per uscire dai quali verso i cortili passeggio occorre percorrere a lungo scale interne anguste”. Motivi per i quali il Direttore del carcere del capoluogo non solo chiede un sopralluogo urgente per verificare “la stabilità della struttura” ma anche “la sospensione delle assegnazioni dei detenuti perlomeno sino a quando la situazione emergenziale sarà dichiarata cessata”. In organico, dato del gennaio 2018, vi sono 151 detenuti.
La risposta da parte del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria non si è fatto attendere. “Fermo restando che appena possibile un tecnico del provveditorato eseguirà un sopralluogo – scrivono da Roma – si rende noto che il capo nazionale dei Vigili del fuoco al fine di salvaguardare l’incolumità delle persone e l’integrità dei beni assicura gli interventi tecnici caratterizzati dal requisito dell’immediatezza della prestazione, per le quali siano richieste professionalità tecniche ad alto contenuto specialistico e idonee risorse strumentali”. In sostanza da Roma negano, per ora, un sopralluogo di tecnici del Dipartimento perché le criticità evidenziate da Silla non sono legate strettamente al terremoto, ma anche perché prima che scenda da uno staff di tecnici del ministero occorre una prima valutazione da parte dei vigili del fuoco che segnalino eventuali lesioni o danni gravi che rendano la struttura pericolosa.
A Larino, invece, il sisma pare non abbia indebolito la struttura carceraria bensì fatto saltare, mandandolo in tilt, l’impianto elettrico. Il direttore, Rosa La Ginestra, chiede alla ditta che si occupa degli impianti idrotermici, elettrici e meccanici del carcere, la Sitech impianti Snc, di formulare un preventivo dei lavori da svolgere nel quale si quantifichino le spese e si indichino le priorità. A sua volta, il preventivo verrà girato al Dipartimento amministrativo penitenziario che rilascia o meno la congruità del progetto e conseguentemente erogando i fondi necessari per la riparazione dell’impianto.
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