Brigate Rosse al femminile, i due diversi destini di Nadia Desdemona Lioce e Barbara Balzerani
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MAFIA 41-BIS Brigate Rosse al femminile, i due diversi destini di Nadia Desdemona Lioce e Barbara Balzerani 22/05/2019 

Nadia Desdemona Lioce attende nel carcere dell'Aquila che gli agenti del Gom, il gruppo operativo mobile della Polizia Penitenziaria, effettuino la settimanale perquisizione della sua cella, conta quante settimane mancano al suo prossimo incontro con i familiari. Un colloquio di un’ora al mese per i detenuti come lei al regime speciale del 41-bis.

A circa 700 chilometri di distanza: «Giornalisti di merda, lasciateli fuori e chiudete la porta». Saluta così i cronisti Barbara Balzerani, l’ex brigatista rossa, invitata a Milano il 18 aprile scorso per presentare il suo ultimo libro, il sesto, L’ho sempre saputo, assieme a un adorante Davide Steccanella, l’avvocato di Cesare Battisti.

Il 20 maggio prossimo ricorrerà il ventesimo anniversario della morte del professor Massimo D’Antona, consulente del ministro del Lavoro Antonio Bassolino nel governo D’Alema, ucciso in via Salaria, a Roma, dalle Brigate Rosse-Partito comunista combattente di Nadia Lioce. Per la ricorrenza l’Università La Sapienza, dove D’Antona insegnava, gli intitolerà un’aula. Nello stesso corridoio e a pochi metri di distanza da quelle già dedicate ad altre due vittime del terrorismo rosso, Vittorio Bachelet, ucciso proprio nella sua facoltà, e Aldo Moro.

In quel corridoio si incrociano anche i destini di due donne che hanno percorso un identico cammino di sangue. Due vite parallele, vissute su piani sovrapponibili eppure diversi, dove la variabile temporale ha ha portato a destini contrapposti. Barbara Balzerani ha fatto parte del commando che in via Fani, a Roma, il 16 marzo 1978, rapì Aldo Moro e uccise la sua scorta. Votò, nel direttivo delle Br, per l’omicidio dello statista democristiano e, quando la repressione dello Stato colpì duramente la sua organizzazione, divenne la primula rossa del terrorismo. Dalla Toscana formò e guidò le Nuove brigate rosse-Partito comunista combattente, in contrapposizione alla fazione Brigate rosse partito della guerriglia, capitanata da Giovanni Senzani. Latitante per anni, la Balzerani fu arrestata nel 1985 e condannata all’ergastolo. Dopo vent’anni di carcere ha ottenuto la semilibertà e dal 2011 è una cittadina libera. Oggi è una scrittrice...

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