"L’impulso dato al potenziamento dei ranghi del Corpo – con l’immissione in ruolo di 3.931 agenti e di 256 unità di personale amministrativo, e la programmazione di oltre 6.000 assunzioni per i prossimi anni, tra amministrativi e militari sono un investimento non più rinviabile e un riconoscimento necessario delle qualità e dei meriti della Polizia Penitenziaria. Una tappa importante di questa valorizzazione è rappresentata dall’approvazione del decreto sul riordino delle carriere che porterà all’istituzione di due direzioni generali dedicate alla Polizia Penitenziaria".
Lo ha dichiarato stamattina il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in un discorso pubblicato sul sito web del Ministero della cerimonia per il 203° anno di fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria che si è svolta a Roma presso la sede del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.
IL TESTO COMPLETO DEL MINISTRO BONAFEDE PER I 203 ANNI DELLA POLIZIA PENITENZIARIA
Celebriamo oggi il 203° Anniversario della Fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria. Siamo onorati, orgogliosi e fieri di farlo nonostante le tante difficoltà di questo periodo.
Le esigenze di cautela dovute all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, ci impongono infatti di commemorare questa ricorrenza in modo del tutto inusuale. È ancora nitido il ricordo della festa dell’anno scorso che si tenne a Roma, a piazza del Popolo, alla presenza di numerosissime personalità ma anche di tanti cittadini entusiasti e incuriositi.
Avremmo preferito vivere questo 203° anniversario in maniera analoga: vicini alla gente, in una grande e significativa piazza italiana, per celebrare i valori e l’impegno, al servizio del Paese, del Corpo della Polizia Penitenziaria.
Avremmo preferito mostrare a tutti i colori delle divise che sfilano, l’entusiasmo e l’orgoglio di ogni poliziotto penitenziario che indossa il basco azzurro mentre sventola alto il Tricolore.
Mostrare le nostre specialità: il Nucleo Investigativo Centrale, il NIC, che raccoglie ed elabora le informazioni dentro agli istituti, donne e uomini impegnati nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo. Il Gruppo Operativo Mobile, il GOM, composto da agenti che, proprio per loro delicato ruolo, sono costretti a una perenne e rigida mobilità con conseguenti grandi sacrifici per le loro vite e per le loro famiglie. Come ho già detto l’anno scorso, il loro è il volto dello Stato che con coraggio si presenta a un boss della mafia per dirgli che è arrivato il momento di pagare il conto con la giustizia e a loro spetta il compito di verificare che sia interrotto ogni collegamento con l’associazione di appartenenza. L’ USPEV a cui è affidato il delicato compito di vigilare le sedi istituzionali e la scorta di tutte le autorità centrali del Ministero della Giustizia esposte a rischi significativi. Gli Addetti ai detenuti minorenni che devono far fronte all’importantissimo compito di gestire i giovani a cui bisogna far capire che c’è sempre la possibilità di scegliere la strada dell’onestà. E, ancora, il laboratorio centrale del DNA, indispensabile per le indagini attraverso il riconoscimento genetico; i Nuclei traduzioni e piantonamenti, i distaccamenti Cinofili del Corpo, i reparti a cavallo della Polizia Penitenziaria delle colonie penali e la banda del Corpo. Oltre agli atleti delle Fiamme Azzurre che portano alto nel mondo il vessillo della Polizia Penitenziaria e il nostro amato tricolore con vittorie e successi sportivi straordinari.
Siamo stati investiti da una emergenza sanitaria su scala planetaria che nessuno poteva immaginare. Una pandemia che ha inflitto e continua ad infliggere ferite profonde a tutto il Paese. Un male che ha spezzato le vite di migliaia di Italiani: due delle quali, purtroppo, anche fra gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria. A Gianclaudio Nova e Nazario Giovanditto va il nostro pensiero e ai loro familiari il nostro commosso cordoglio.
La Polizia Penitenziaria, nel corso della sua storia, ha troppo spesso pagato col sacrificio della vita l’impegno al servizio dello Stato, in condizioni difficili, contro le forze dell’anti-Stato.
Per questo, oggi, intendiamo dedicare alla memoria di tutti i caduti in servizio questa celebrazione, simbolo di un ringraziamento che come Istituzioni, ma prima ancora come cittadini, non possiamo e non vogliamo dimenticare di rivolgere a loro, così come a tutte le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria.
I ringraziamenti e i riconoscimenti dovuti al Corpo della Polizia Penitenziaria sono tanti. In cima a questo elenco, quest’anno c’è il grazie più sentito e meritato per aver saputo assicurare il proprio incessante impegno per far fronte alle difficoltà e alle insidie dell’emergenza sanitaria.
È fondamentale proseguire nella strada intrapresa per far conoscere ancor di più ai cittadini il ruolo fondamentale che queste donne e questi uomini svolgono a tutela e garanzia della sicurezza di tutti noi.
Siamo perfettamente consapevoli delle condizioni difficili in cui operano gli agenti, il fenomeno delle continue aggressioni è gravissimo, ma ce la stiamo mettendo tutta. In tal senso ho sempre voluto sottrarre la Polizia Penitenziaria dalla polemica politica in cui spesso viene tirata in mezzo a fini strumentali.
Lo spirito di servizio, la completa abnegazione dimostrata dal Corpo della Polizia Penitenziaria non debbono più essere un rassicurante motivo per lasciare le cose come stanno, ma, al contrario, devono essere valorizzati, ricompensati e sostenuti giorno dopo giorno dalle Istituzioni.
Proprio per questo intendo continuare a fare tutto quello che è nelle mie possibilità, come Ministro della Giustizia e come membro del Governo che rappresento, perché il faro che da due anni abbiamo acceso sulle esigenze della Polizia Penitenziaria non si spenga. L’anno scorso a piazza del Popolo ho parlato di come volevamo migliorare le condizioni di chi lavora nelle carceri, dopo un anno possiamo contare su 608 posti detentivi in più. Il piano di assunzioni che abbiamo avviato e gli investimenti stanziati per migliorare le dotazioni degli agenti sono state e saranno una priorità della mia azione. L’impulso dato al potenziamento dei ranghi del Corpo – con l’immissione in ruolo di 3.931 agenti e di 256 unità di personale amministrativo, e la programmazione di oltre 6.000 assunzioni per i prossimi anni, tra amministrativi e militari sono un investimento non più rinviabile e un riconoscimento necessario delle qualità e dei meriti della Polizia Penitenziaria. Una tappa importante di questa valorizzazione è rappresentata dall’approvazione del decreto sul riordino delle carriere che porterà all’istituzione di due direzioni generali dedicate alla Polizia Penitenziaria.
Continueremo a lavorare affinché questo Corpo dello Stato, per troppi anni dimenticato, torni a riappropriarsi del posto che gli compete e che merita fra i Corpi delle Forze dell’Ordine.
Viva la Polizia Penitenziaria!”