Bombe stanotte a Regina Coeli
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STORIA Bombe stanotte a Regina Coeli 09/08/1973 

Trastevere ha vissuto attimi di paura: un cupo boato si è ripercosso a notte fonda per le stradette del più celebre quartiere della capitale, svegliandone gli abitanti spaventati dalla possibilità di un terremoto. Non si trattava però di un movimento sismico, ma di un attentato dinamitardo compiuto contro «Regina Coeli », l'antico carcere di via della Lungara, semidistrutto di recente da un'improvvisa e selvaggia sommossa. La deflagrazione è avvenuta, secondo il rapporto della polizia, alle 2,32. I dinamitardi hanno collocato una' carica di esplosivo davanti ad un portoncino laterale del carcere, in via della Lungara: l'ordigno ha distrutto i battenti e lo stipite, ed ha danneggiato la « Ford Escort » dell'ispettore di Regina Coeli, dott. Corsaro, parcheggiata all'interno. Per puro caso non si sono avute vittime fra gli agenti di custodia, che sono soliti sedersi nel cortiletto, fra una « ronda » e l'altra. Lo spazio, esiguo, avrebbe fatto da « camera di compressione» per l'ordigno, e le conseguenze per una persona che vi si fosse trovata sarebbero state probabilmente molto gravi.

Allo scoppio sono seguite scene di panico: gli abitanti delle vie vicine al carcere, via delle Mantellate, via della Penitenza, via San Francesco, si sono riversati per strada, così come si trovavano: il ricordo delle notti dell'assedio ai detenuti in rivolta, quando il fumo dei lacrimogeni riempiva il quartiere, è ancora vivo. La sala operativa della questura ed il comando dei carabinieri hanno dato l'ordine a tutte le auto disponibili di correre in via della Lungara: anche se la situazione era apparentemente sotto controllo, c'era la possibilità che l'esplosione facesse parte di un piano per facilitare la fuga di qualche detenuto. I 140 carcerati, nella maggior parte nel reparto infermeria, non hanno però creato alcuna preoccupazione agli agenti di custodia, che hanno fatto il giro dei « bracci » per dar spiegazioni sull'accaduto. Sul posto è accorsa una squadra di vigili del fuoco, ma il loro intervento non è stato necessario.

La Stampa 9 agosto 1973


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