“C'è uno dell'Inter che vuole parlare con me e sapere chi è stato ad aggredirmi”. A pronunciare queste parole è Niccolò Bettarini, figlio di Stefano Bettarini e Simona Ventura. È al telefono con un amico e gli sta raccontando quel che è accaduto la mattina del primo luglio, quando all’uscita della discoteca Old Fashion di Milano è stato aggredito e accoltellato da quattro ragazzi oggi in stato di arresto. La chiamata, intercettata dalle forze dell’ordine, continua con la ricostruzione dei fatti di quella mattina “Si avvicina sto 'albanollo' e mi dice 'tu c'hai gli orecchini come i miei (...) mi ha dato il buffettino in faccia, io gli ho dato un cartone (...) e poi boh me ne sono trovati quindici addosso (...) da lì non ho più capito niente”.
Ma cosa c’entra in tutto ciò l’Inter? La chiamata tra Niccolò e l’amico prosegue e il ragazzo sostiene “di avere ricevuto in ospedale la visita dei capi della curva dell'Inter che gli hanno detto che a San Vittore hanno fatto picchiare i suoi aggressori, li hanno fatti gonfiare come 'le prugne' sia dagli sbirri che quelli dentro”. Ne parlano oggi sia il Corriere della Sera che il Messaggero.
L'informativa, agli atti dell'inchiesta della Squadra mobile e coordinata dal pm Elio Ramondini, rivelerebbe dietro le quinte inquietanti soprattutto in riferimento all’implicazione di una tifoseria di calcio, che è inimmaginabile abbia il potere di allungare il proprio potere dalla curva di San Siro fino a dentro il carcere, coinvolgendo in certi atteggiamenti, di stampo tipicamente mafioso, anche gli agenti della Polizia Penitenziaria. I dubbi rimangono considerato che uno dei quattro arrestati per l’aggressione a Bettarini Junior sarebbe un ultras dell’Inter legato agli ambienti dell’estrema destra. La vicenda comunque va avanti e il gip ha disposto il rito immediato a carico dei quattro fermati per tentato omicidio e gli imputati in questi giorni chiederanno tutti di essere giudicati con rito abbreviato.
I capi ultrà smentiscono
I capi ultrà dell'Inter smentiscono, attraverso l'avvocato Mirko Perlino che assiste il direttivo della curva nord, di avere fatto picchiare gli aggressori di Stefano Bettarini in carcere. "Non conosciamo Bettarini - fanno sapere attraverso il legale - non abbiamo mai fatto visita in carcere alle persone arrestate per la sua aggressione né, soprattutto, le abbiamo fatte picchiare". L'avvocato Perlino riferisce anche che il suo assistito Alessandro Ferzoco, tra i 4 in carcere, non gli ha riferito di nessun pestaggio subito in carcere. E non gli risulta che nemmeno gli altri siano stati picchiati dietro le sbarre. In un'intercettazione agli atti dell'inchiesta, Bettarini ha raccontato a un amico "di avere ricevuto in ospedale la visita dei capi della curva dell'Inter che gli hanno detto che a San Vittore hanno fatto picchiare i suoi aggressori".
agi.it