Assolto dalla accusa di abuso d’ufficio l’ex comandante di Reparto (facente funzioni) della Casa di Reclusione di Favignana, ispettore Antonino Savalli.
I giudici della I sezione della Corte di Appello di Palermo (come pubblicato da www.trapanisi.it) lo hanno giudicato per una vicenda che risale al 2013 quando gli venne notificato un avviso di garanzia poichè, negli anni in cui aveva svolto le funzioni di comandante, non aveva provveduto al pagamento dell’energia elettrica e degli accessori dell’alloggio di servizio a lui assegnato. In realtà non gli era mai stato assegnato formalmente nessun alloggio e Savalli, fin da quando era ancora agente, risultava “accasermato”, e a coloro che alloggiano in caserma non spetta pagare nessun onere, come previsto dalla legge 314/2006, diversamente dai comandanti titolari in quanto fruitori dell’alloggio di servizio regolarmente assegnato.
Savalli è stato assolto anche dall’accusa di aver utilizzato indebitamente i detenuti per la pulizia degli alloggi e per lavori di ripristino della struttura. Se la norma, infatti, prevede che le spese per le piccole riparazioni siano a carico degli assegnatari degli alloggi di servizio e che i detenuti ammessi al lavoro esterno siano remunerati e avviati a prestare la loro opera secondo un programma che deve essere approvato dal magistrato di sorveglianza, nel caso dell’ispettore si trattavasi di alloggio ma della caserma agenti dove è previsto che i detenuti lavoranti si occupino della pulizia delle stanze e di piccoli lavori di manutenzione, sempre regolarmente assunti dalla Direzione dell’Istituto e che prestano la loro opera alla M.O.F. (Manutenzione Ordinaria Fabbricati).
Un calvario giudiziario, quello di Savalli, durato sei anni e a cui ha messo fine la sentenza della Corte di Appello di Palermo. L’ispettore della Polizia Penitenziaria, in primo grado, era stato condannato a 10 mesi di reclusione.
Da segnalare che i due ex comandanti di reparto, titolari, assegnatari di alloggio di servizio che lo avevano preceduto nel comando al carcere di Favignana, furono indagati a stralcio e tutti e due assolti da altro giudice, in quanto il fatto che non pagarono gli oneri di allaccio della luce e accessori non costituisce reato.