“Sono stati anni di grande sofferenza, umiliazione, anni in cui nonostante tutto però non è mai mancata la fiducia nella Magistratura, non è mai mancato l’affetto sincero dei colleghi, delle colleghe e degli amici più stretti che hanno sempre creduto nella mia buona fede. Ringrazio i miei soprattutto i miei avvocati, Francesco Marongiu e Rita Dedola per avermi fatto riavere quella dignità di donna, di poliziotta, in una vicenda che mi ha scosso. Ho scelto il rito ordinario, più lungo, ma fondamentale per far emergere la buona fede e la trasparenza dei fatti e il Giudice mi ha assolta con formula piena perché il fatto non costituisce reato”.
Sono le parole del Commissario Capo della Polizia Penitenziaria, Manuela Cojana, 42enne, (raggiunta telefonicamente da Sardegna Live), tuttora in forza a Bad’e Carros, col ruolo di Comandante all’interno della Casa Circondariale: una vicenda, quella di cui si è occupato in primis il quotidiano “L’Unione Sarda” di oggi, a firma di Francesco Pinna, che ha inizio a marzo del 2014.
Secondo l’ipotesi accusatoria e i dubbi del sostituto procuratore Giangiacomo Pilia, Cojana “avrebbe cercato di imbrogliare i Carabinieri della Compagnia di Dolianova e la Prefettura di Cagliari 'inventando' un’urgenza in carcere (a Uta) e che avrebbe costretto il collega-agente a commettere un’infrazione in auto, ossia un sorpasso in un tratto di carreggiata (sulla statale 128), con doppia striscia continua".
Una lettera giunta ai militari dell’Arma 'motivava' quella manovra (vietata dal Codice della Strada) con il richiamo urgente del poliziotto per ragioni d’ufficio, facendo dunque annullare la sanzione da 162 euro e il ritiro della patente di guida. Motivazione e soprattutto giustificazione che fecero emergere dubbi sia ai Carabinieri e alla Prefettura, che chiesero l’intervento della Procura di Cagliari. Ieri, a distanza di qualche anno, la sentenza di assoluzione in Tribunale per Manuela Cojana, con formula piena: il fatto non costituisce reato.
sardegnalive.net