Una clamorosa vicenda di spaccio di droga all’interno del carcere di «San Giorgio». E’ quanto emerso da un’inchiesta del procuratore capo Pietro Suchan e del sostituto Giuseppe Amodeo che ha anche portato nei mesi scorsi all’arresto di un assistente capo della Polizia Penitenziaria. La notizia trapela solo adesso che l’inchiesta è conclusa, con gli avvisi agli indagati, e la Procura si appresta a chiedere il rinvio a giudizio di due persone.
Si tratta di V. P., 45enne di origine campana, assistente capo della Polizia Penitenziaria, e di una 37enne di origini sudamericane, compagna di un detenuto. Il poliziotto era finito agli arresti domiciliari nel maggio scorso con provvedimento del gip Riccardo Nerucci ed era stato sospeso in via cautelare dal servizio che prestava nel carcere lucchese di «San Giorgio», e successivamente sottoposto all’obbligo di firma e di presentazione alla forze di polizia nella sua città di residenza. Nei confronti della donna, il cui ruolo era meno rilevante, non era stata invece presa alcuna misura cautelare.
Gli episodi contestati dalla Procura risalgono al 2018 ed erano nati in seguito a un’inchiesta su un giro di spaccio di stupefacenti. All’assistente capo della Polizia Penitenziaria gli inquirenti erano arrivati seguendo altre piste. L’uomo, dopo essere finito agli arresti, aveva sostanzialmente ammesso le proprie responsabilità e aveva anche indicato dove trovare 50 grammi di hashish: nel suo armadietto di lavoro all’interno del carcere lucchese. Secondo l’accusa, il poliziotto avrebbe spacciato poco più di un etto di hashish in carcere, tra il febbraio e l’aprile 2018, cedendolo di volta in volta ad alcuni detenuti poi identificati dagli investigatori.
La donna di origine sudamericana, residente in Lucchesia, è invece accusata di avere ceduto circa 100 grammi di hashish all’assistente di Polizia Penitenziaria che a sua volta l’avrebbe appunto rivenduta ai detenuti. Lei però nega qualsiasi coinvolgimento nella vicenda.
Le delicate indagini sono state condotte dalla Procura in collaborazione con la stessa Polizia Penitenziaria e la direzione del carcere di «San Giorgio», che hanno voluto fare piena luce sull’accaduto. Adesso la Procura si appresta chiedere i due rinvii a giudizio per spaccio aggravato di sostanze stupefacenti.
lanazione.it