Approvati i miglioramenti per la polizia e carabinieri
Home > STORIA

 

STORIA Approvati i miglioramenti per la polizia e carabinieri 21/02/1975 

Il governo ha cominciato stasera ad attuare alcune misure contro la criminalità, l’eversione fascista e la violenza politica, varando nel Consiglio dei ministri alcuni provvedimenti che migliorano il trattamento delle forze di polizia, rafforzano le attrezzature a disposizione e limitano la concessione della libertà provvisoria. Queste decisioni sono state adottate dopo una relazione particolareggiata del ministro dell'Interno, Gui, sullo stato dell'ordine pubblico e sulle minacce alla sicurezza dei cittadini legate alla malavita, al terrorismo nero e, in generale, agli episodi di violenza di qualsiasi colore.

In tre distinti disegni di legge (che dovranno essere ratificati dal Parlamento), Gui ha proposto la rivalutazione del premio di arruolamento a 250 mila lire, di ferma 350 mila lire e di rafferma dopo sei anni a 250 mila lire per militari e i sottufficiali dei carabinieri, della pubblica sicurezza, della Guardia di finanza e degli agenti di custodia. Saranno aumentate anche le indennità di istituto, variabili secondo l'effettiva presenza in servizio e verranno raddoppiate le indennità per i servizi prestati fuori sede. Per questi tre provvedimenti l'onere complessivo si aggira sui cento miliardi di lire. Gui ha ricordato nella sua relazione che ieri il Senato ha approvato l'elevazione da 10 a 50 milioni dell'indennità per le famiglie dei caduti in servizio, con adeguamento delle somme già versate ai congiunti delle vittime di precedenti episodi. Altri provvedimenti rafforzano i servizi di pattuglia e di pronto intervento con l'aumento delle auto e con la creazione di speciali sezioni di motociclisti, tutti dotati di radio ricetrasmittenti. Saranno migliorate anche le attrezzature delle caserme, specie nelle regioni settentrionali, per rendere più confortevole la vita delle forze di polizia.

Nel Consiglio di amministrazione del ministero dell'Interno saranno ammessi anche i funzionari civili della pubblica sicurezza, tramite rappresentanti a partire dal livello di commissari, quando verranno esaminate questioni che riguardano direttamente il loro settore: a queste riunioni parteciperà anche una rappresentante della polizia femminile. Nella sua relazione, Gui ha annunciato la costituzione di un comitato interministeriale per l'esame dello stato giuridico delle forze dell'ordine e per le forme di rappresentanza negli organi amministrativi: è evidente che questa proposta si contrappone alla richiesta di un sindacato polizia senza diritto di sciopero, avanzata da un comitato di studio interpartitico. In proposito Gui ha osservato, chiudendo la relazione: “Deve essere attentamente valutata ogni iniziativa che, qualunque abbia ad essere l'intenzione, può finire per indebolire l'efficienza delle forze dell'ordine proprio nel momento in cui la nazione guarda ad esse con maggiore fiducia e lo Stato sta compiendo per suo conto ogni sforzo per migliorare le condizioni in cui operano.

Il ministro ha affermato, con la piena solidarietà del Consiglio dei ministri, che si intensifica la collaborazione tra le varie polizie e si rafforzano i collegamenti con Paesi stranieri come dimostra il suo recente viaggio in Francia. Dopo aver accennato all'arruolamento in corso di cinquemila guardie di P.S., al prossimo aumento di 1500 agenti di custodia e di circa 2000 carabinieri, Gui ha ricordato “l'incessante sforzo di recupero di uomini, l'istituzione del Centro antisequestri a Roma con una sezione a Milano”, ma fra i “punti deboli” ha richiamato l'attenzione dei colleghi su episodi come la singolare evasione di Curcio dal carcere di Casale Monferrato. Ha concluso riaffermando la propria fiducia nella capacità delle forze dell'ordine di difendere le istituzioni e la sicurezza, ma chiedendo ai cittadini di aiutarle con una “fiduciosa collaborazione contro le trame eversive, la violenza politica e i ricatti della malavita”.

Molto importanti sono le restrizioni alla concessione della libertà provvisoria proposte dal ministro Reale e approvate dal Consiglio dei ministri visto che molti ex detenuti sono colpevoli di nuovi reati. “il provvedimento - ha spiegato Reale - esclude la possibilità di libertà provvisoria per i recidivi di reati gravi della stessa indole; delimita la facoltà discrezionale del giudice che deve emettere il provvedimento, prescrivendo criteri cui deve attenersi; attribuisce alla impugnativa dei provvedimenti di libertà provvisoria effetto sospensivo fino alla decisione sulla impugnazione per la quale, a garanzia dell'imputato, sono previsti però termini brevi”.

La Stampa 21 febbraio 1975


Google News Penitenziaria.it SEGUICI ANCHE SU GOOGLE NEWS