Le immagini di devastazione sono ancora fresche nella memoria. Scene di guerriglia urbana. Ma mentre le proteste degli anarchici a Torino non si fermano, 11 militanti arrestati durante gli scontri di sabato verranno scarcerati per decisione del Gip.
Se la caveranno con l'obbligo di firma. "Così vanificano i nostri sforzi", urlano i poliziotti indignati dalla decisione del giudice.
Ricapitoliamo. Da una settimana ormai polizia e anarchici si fronteggiano per tutta Torino. A far esplodere la miccia è stato lo sgombero del centro sociale Asilo di via Alessandria, occupato da 23 anni, e l'arresto di sei insurrezionalisti accusati a vario titolo di associazione sovversiva, istigazione a delinquere e detenzione, fabbricazione e porto di ordigni esplosivi. "Era un covo di eversori, la base logistica di una cellula sovversiva", assicura il questore Francesco Messina. Gli anarchici avrebbero infatti "promosso, costituito, organizzato e partecipato a un'associazione sovversiva diretta e idonea a influire sulle politiche nazionali in materia di immigrazione mediante la ripetuta distruzione dei Cie e dei Cpr e con sistematici atti di violenza e intimidazione nei confronti delle imprese impegnate nella gestione delle sopra indicate strutture di accoglienza".
Il blitz ha scatenato la rabbia anarchica. Le proteste si susseguono da giorni. Sabato scorso, Torino è stata devastata e la polizia ha dovuto fare gli straordinari. Il corteo a piazza Castello si è trasformato in guerriglia urbana: lancio di petardi, cassonetti bruciati e la città messa a ferro e fuoco. Un bus è stato preso d'assalto, costringendo l'autista alle cure dell'ospedale. La polizia ha risposto con idranti e lacrimogeni. Bilancio finale: undici persone fermate e accusate di devastazione, porto e lancio di oggetti esplodenti, resistenza aggravata.
Matteo Salvini aveva chiesto la "galera per questi infami", ma non verrà accontentato. Il gip ha sì convalidato gli arresti, ma ha disposto la scarcerazione degli indagati applicando loro la misura cautelare dell'obbligo di firma. "La misura decisa dal giudice - spiega all'Adnkronos uno dei legali, Claudio Novaro - riguarda il reato di resistenza al momento dell'arresto mentre per gli altri capi di imputazione non sono stati ravvisati i gravi indizi di colpevolezza in quanto non possono essere attribuiti indistintamente a tutti". Il questore, però, ha emesso sei fogli di via ad altrettanti insurrezionalisti arrestati durante gli scontri.
La decisione del Gip scatena l'ira della polizia. "Sospettati di reati gravissimi tornano tranquillamente alle proprie ‘faccende’ - attacca Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato - Così un lavoro di oltre venti ore filate portato faticosamente a termine dai colleghi in quella giornata di ordinaria follia viene praticamente vanificato". Perché rischiare la vita per arrestarli, se poi tornano liberi? "Bisognerebbe introdurre il reato di terrorismo di piazza - continua Mazzetti - che inasprisca le pene, le misure cautelari, gli strumenti di prevenzione". Perché quanto successo a Torino è stata "una delle consuete azioni di guerriglia organizzata". Non una "semplice manifestazione di scalmanati".
In fondo le tensioni non sembrano voler cessare. Dopo gli scontri, gli anarchici domenica si sono diretti al carcere Lorusso e Cotugno 'alle Vallette' in segno di solidarietà verso i fermati. Un razzo nautico ha causato un incendio all'isola ecologica e il crollo del capannone. Poi lunedì hanno fatto irruzione nell'aula bunker per impedire al pm Roberto Sparanga di prendere la parola durante il processo 'Scripta manent'. Per oggi, infine, si sono dati ancora appuntamento in piazza. Nel mirino c'è il sindaco Appendino, già finito sotto scorta "per l'innalzamento del clima di tensione", e la polizia è di nuovo in strada per evitare il peggio. Ma se non verranno prese le giuste "contromisure", fa notare il sindacato, "i poliziotti continueranno a tornare a casa con le ossa rotte, i delinquenti si ripresenteranno alla prossima manifestazione più agguerriti che mai".
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