L'onorevole Spagnolli, vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera, accompagnato dagli onorevoli Pracchia, Sisto e Traversa, ha visitato quest'oggi la casa di pena di Alessandria, dove da 12 giorni i 250 detenuti protestano, senza incidenti. Accompagnato dal direttore dottor Sarlo, dall'ispettore dottor De Mari e da una delegazione di detenuti, presenti alcuni giornalisti, l'onorevole Spagnolli ha visitato i vari locali del vecchio penitenziario, costruito oltre cent'anni fa, mentre i reclusi facevano notare i molti «mali» dell'edificio. Nel salone cinematografico si è poi svolta l'assemblea dei detenuti, che hanno esposto le loro richieste per porre fine alla manifestazione di protesta (quelli che lavorano non vanno nei laboratori, gli studenti disertano le lezioni, non viene rispettato il regolamento interno, eccetera). Manifestato il loro risentimento nei confronti del comandante delle guardie carcerarie e di alcuni agenti, i detenuti hanno sottolineato che il più completo disinteresse dei responsabili ha lasciato nel totale abbandono i reclusi «passati dalla fase del malcontento a quella, ben più grave e ragionata, della reazione e della manifestazione di protesta». Invocata la riforma dei codici e del regolamento carcerario, che sono ancora quelli imposti dal fascismo, hanno fatto presente che la casa penale di Alessandria è priva «di quei presupposti necessari per un adeguato reinserimento del detenuto nella vita civile». Sono state quindi esposte le richieste: ristrutturazione degli impianti igienici, dei vari locali, dei refettori; costruzione di un nuovo campo sportivo e di una palestra, ristrutturazione della sala cinematografica; continuità della «mercede» ai lavoratori in malattia e agli studenti durante il periodo estivo; nuovi orari interni per permettere tra l'altro ai detenuti di ritirarsi nelle celle per riposare o restare fuori dalla promiscuità; libero ingresso di tutti i giornali e riviste in commercio; miglioramento del vitto; possibilità di telefonare con le famiglie dato il disservizio postale; nuove infrastrutture per la scuola; nuovo sistema di riscaldamento ed altre ancora. La Stampa 29 gennaio 1974